Ciao a tutti,
ho una curiosità: ho notato che la cute delle Hermanni è in certi casi giallo ocra e in altri verde/grigio scuro. Mi domando se ciò dipenda dalla sottospecie, dall'areale oppure dalla genetica del singolo individuo.
Ciao a tutti,
ho una curiosità: ho notato che la cute delle Hermanni è in certi casi giallo ocra e in altri verde/grigio scuro. Mi domando se ciò dipenda dalla sottospecie, dall'areale oppure dalla genetica del singolo individuo.
Dipende da tutto quello che hai citato: la media della colorazione in numerosi esemplari dipende dalla sottospecie ma anche l'areale di provenienza influisce abbastanza.
Grazie Carlinoo,
approfitto allora per chiederti: la media che hai citato a quali colorazioni corrisponde per le sottospecie hermanni e boettgeri?
In prevalenza le Thh hanno la colorazione della pelle di un giallo più caldo mentre le Thb sono più sul giallo/verde.
Aggiungo che la colorazione tende a selezionarsi privilegiando le caratteristiche di colore dell’ambiente. Gli individui meno mimetici con l’ambiente vengono predati e nel tempo si crea selezione naturale .
Così abbiamo areali con colorazioni molto chiare se sono in luoghi sabbiosi, come con pelle e scuti neri se in zone vulcaniche.
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Grazie a Carlinoo e a Momikk. Osservazioni molto interessanti le vostre.
Riallacciandomi all'intervento di Momik: in questa evoluzione potrebbe allora aver influito anche la colorazione del fogliame?
Quando ero bambino ricordo infatti che le tartarughe del litorale romano avevano una cute scurissima (lo ricordo bene perchè mi piaceva fermarmi a guardarle negli occhi) e non penso che all'epoca ci fossero già le boettgeri.
Le testuggini con cute chiara le ho viste solo in foto su internet e, da profano, ho pensato trattarsi di sottospecie diverse e lontane.
Anche carapaci che ho visto in foto, di un giallo e un nero intensi e lucidi, quasi fossero porcellana, non li ho mai visti di persona.
Forse gioca anche il fatto che i miei ricordi potrebbero essere sbiaditi, tutt'è che la curiosità mi viene.
A volte gli animali vengono fotografati semplicemente bagnati e questo semplice accorgimento fa spiccare talmente i loro colori che sembrano così diversi ( porcellana smaltata e lucente come dici) da quando li vedi in natura con il carapace opaco in quanto impolverato. L’ambiente sono terra e vegetazione.
Ultima modifica di Momikk; 27-10-2017 alle 22:00
Ti posto un’ immagine di due mie tartarughe fotografate sotto la pioggia, sono entrambe thh come puoi vedere le colorazioni della cute e carapace sono estremamente diverse.
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Bellissime Momikk! Diciamo allora che l'effetto bagnato delle tartarughe dia un po' quello del capello imbrillantato?
Noto che le tue hanno la testa scura così come l'ho descritta nel mio ntervento qui sopra.
Si, il maquillage è a base d’acqua. Quella a dx ha cute neri e scuti giallo/ neri, quella a sx ha pelle giallognola e scuti marroni / ocra
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Influisce anche l'età della tartaruga : quando invecchiano tendono a scurire la pelle delle zampe e della testa mentre il carapace sbiadisce.
La pigmentazione nera della pelle non credo, mi è nato un piccolino così , primo figlio di questo maschio che ha 12 anni.
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Accidenti ragazzi, la situazione si sta complicando e non riesco a seguirla. Troppe variabili
Avevo letto su questo forum una discussione sulle wild dei diversi ceppi e areali ma non riesco a ritrovarla: vi chiedo cortesemente di linkarmela semmai la ricordiate.
A parte questo, la situazione romana (come in ogni settore storico) è alquanto complessa: Roma è tra le città più cosmopolite del mondo: basti pensare alla cittadinanza che in epoca antica veniva concessa a chiunque rispondesse a certi criteri.
Per le testuggini vale lo stesso discorso: tanti esemplari sono stati importati nel Medioevo e venivano allevati nell'orto dagli ordini minori come ad esempio i benedettini (nel venerdì di magro in cui era proibita la carne, era invece concesso il pesce, le lumache, le rane e.... esatto: le tartarughe).
In breve: credo sia difficile riportare l'Hermanni del territorio romano ad una specie preistorica proprio perchè in epoca medievale ha iniziato a ibridarsi.
Nella funzione CERCA scrivi CEPPI. Vedi anche la discussione Testudo Hermanni in Calabria.
Come ben hai descritto la maggior parte delle tartarughe che ritrovi oggi hanno origini oramai indefinibili. Rimangono però areali ancora selvaggi in alcune regioni, dove è verosimile poter pensare che gli animali abbiano avuto contaminazioni molto ridotte o assenti.
In merito agli areali laziali lascio la parola ai laziali . Se ben ricordo Silvia 61 aveva scritto qualcosa in merito al Parco del Circeo, se ci legge, magari può darti qualche informazione in più.
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Ultima modifica di Momikk; 27-10-2017 alle 23:34
Per baccolina! !! Mi hai dato 20 anni in più [emoji27][emoji23][emoji23]
Eccomi, sono Silvia 81, quindi Andrea siamo quasi coetanei e magari ci siamo pure incontrati in passato sul litorale romano[emoji38]!
Dunque, le mie tarte hanno un'origine abbastanza certa, il signor P che me le ha movimentate e quest'anno compirà 80 anni, le aveva nel sul giardino ed i genitori li ha a sua volta ereditati dal padre, che le prese in natura (in zona Parco appunto), quando era consentito.
Sinceramente non so quanto possano essere contaminate le tartarughe e di certo non posso arrivare cronologicamente ai monaci benedettini (che hanno gentilmente lasciato l'usanza di mangiare tarte in questi luoghi), ma al periodo del secondo dopoguerra forse si...
Comunque vi lascio alcune foto per farvi notare i colori vividi delle mie tarte, che non sono bagnate!
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Ultima modifica di Silvia81; 28-10-2017 alle 09:09