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Appassionato
la favola della tartaruga
Era una giornata calda, il sole batteva forte sulla spiaggia...
La giovane tartarughina ruppe l'uovo che la proteggeva dal mondo esterno e con la testolina fece capolino... tutt'intorno il sole batteva sulla spiaggia dorata e poi... il mare.... La piccola tartaruga mosse una pinnetta, poi l'altra, e infine l'altra, e l'altra ancora e iniziò a muoversi piano, piano.Ecco che sulla spiaggia comparvero dei granchietti, che, tutti affrettati correvano lateralmente come sono soliti fare i granchi.
“tartaruga tartaruga! cosa fai così piano? corri corri o non andrai da nessuna parte” le urlarono
“andate avanti voi”- disse la tartaruga con la solita flemma -”io... arriverò dopo...”
e passo dopo passo si lasciò scivolare dolcemente nel mare.
L'acqua la prese con sé, e un po la trasportava e un po la lasciava scivolare.. coccolandola tra le sue onde.
I pesci che la incontravano non potevano fare a meno di volerle bene e giocavano intorno a lei, si posavano sul carapace e poi si lasciavano scivolare giù per la corazza fin dove fa un'ultima ondina e da lì saltavano alti nel cielo per poi rituffarsi nel blu dell'oceano.Un giorno, mentre cullata vide si era avvicinata a una spiaggia, vide nel cielo un gabbiano.
“Chi l'ha detto che le tartarughe non possono volare?” e così inizio a sbattere dolcemente le pinnette e a librarsi piano.. piano nell'aria.
Su, sempre più su, fino alla prima nuvola.. puff... dentro... puff... fuori..
... e da lì tuffandosi di nuvola in nuvola sempre più in alto... fino ai margini dell'arcobaleno, e da lì si lasciava andare, scivolando lungo i fili di luce fino a raggiungere quella nuvoletta bianca... laggiù...E salendo di nuvola in nuvola, arrivò in cima e vide le stelle.
E loro le parlavano, scherzavano e ridevano insieme.
Con un ultimo salto la tartaruga arrivò fino a una stella e si fuse con lei... risero e giocarono e quando si lasciarono la tartaruga aveva una stella nel cuore... e la stella aveva una tartarughina nel cuore...
Un giorno le stelle le dissero: “vai, vai di là e vedrai il tramonto più bello del mondo” e lei partì.L'avevano ingannata.
Quello non era un tramonto. Com'era possibile?
Ma poi comprese.
Era effettivamente alba..... solamente un alba...
Ogni tramonto alla fine non è altro che un alba da un'altra parte, così come ogni fine non è altro che un' inizio di qualcos'altro.
E per questo quel tramonto fu per lei, il più bello.Con questa verità nel cuore tornò giù nella spiaggia dov'era nata, e si adagiò piano lì, vicino al suo guscio rotto.
Vide passare i granchietti che correvano ancora,
“tartaruga! tartaruga! cosa fai ancora lì??”
la tartaruga questa volta li guardò, e sorrise.
Li prese e se li pose dolcemente sul carapace. Voleva portarli a vedere le stelle. Ma sapeva bene che chi non vuol volare, non può volare.Allora gli portò sul bordo del mare, sperando che un giorno anch'essi avrebbero fatto un salto per non più riatterrare.
Da allora la tartaruga ogni tanto vola ancora nel cielo...
gira le nuvole,
copre le stelle
e cambia il nome alle cose.
Perché tutti possano rigirare le nuvole, scoprire le stelle e ritrovare il proprio nome, cosicché una volta trovato, sarebbe stato loro per sempre.
FINE
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Appassionato
Re: la favola della tartaruga
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