(1 anno)
(25 anni)
Potrebbero essere zia e nipote, invece sono sorelle come neanche in Beautiful succede (o forse sì).
Certo che se da adulte conservassero una testa così grande in proporzione al carapace, avrebbero un morso temibile! *_*
(1 anno)
(25 anni)
Potrebbero essere zia e nipote, invece sono sorelle come neanche in Beautiful succede (o forse sì).
Certo che se da adulte conservassero una testa così grande in proporzione al carapace, avrebbero un morso temibile! *_*
L'altro giorno ho preso le tartarughine e le ho messe in un canestro...
"Dove ci porti?"
"Ehm....A mangiare il gelato che vi fa malissimo!"
"Evviva!"
Un'ora e dieci iniezioni dopo non erano più così contente, ma con i chip impiantati e la documentazione protocollata, ora le procedure burocratiche sono concluse.
Prima di riportarle nel recinto le ho misurate e pesate tutte quante.
Si va dai 4,7/5,2 cm di lunghezza del piastrone/carapace x 35 g di peso della più piccola, ai 5,6/6,4 cm x 50 g della più grande.
Crescono benissimo!
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Direi di sì . :-)
(fine ottobre 2018)
(settembre 2019)
Ho trovato in Rete un libro francese che viene citato da qualche parte nel forum: Biologie et écologie de la Tortue d'Hermann.
A giudicare dalle foto sopra, la crescita sembra seguire bene questa tabella:
I dati seguenti si riferiscono alla sottospecie Hermanni Hermanni (nel volume viene chiamata con il vecchio termine "robertmertensi"):
C'è una tabella simile nel forum (sempre da qualche parte).
Il nono capitolo parla dell'alimentazione in natura.
Dall'analisi del contenuto stomacale di una Tetsudo Hermanni Boetgeri in Croazia è risultato che aveva mangiato: ilatro sottile, ilatro comune, prugnolo selvatico, leccio (non so se le foglie o le ghiande) e cladonia, oltre a Glomeris marginata (un millepiedi a palla simile per aspetto al comune onisco delle case) e un artropode non riconosciuto. Aveva anche ingerito sassolini.
Nello stomaco di una Hermanni Hermanni in Provenza hanno invece trovato: Hieracium pilosella, lanutella comune, trifoglio bituminoso, Ornithopus e Lactarius piperatus (fungo velenoso per l'uomo).
In una Hermanni Hermanni dell'isola di Port-Cros: olivo (non so se le foglie o il frutto), alaterno, corbezzolo, pino d'Aleppo, leccio, ilatro sottile, ilatro comune, miglio multifloro, saeppola canadese e Arum arisarum.
Hermanni Hermanni e Boetgeri, tenute in recinto nel comune di Vauvenargues, sono state osservate mangiare: Nigella damascena, barba di becco minore, zafferanone selvatico, cardo (forse cardo asinino), veccia smussata, ginestra, eliantemo, Tordylium maximum, forasacco sterile, loglio rigido, avena barbata, clematide vitalba e chiocciole.
Le scelte alimentari sono guidate prima di tutto dalla vista e a corta distanza dall'olfatto.Sono attratte dai colori vivaci come il giallo e in particolare il rosso (infatti l'anguria come esca! ). Melone, pomori e uva non vengono trovati con facilità in natura - dice il libro - ma se le trovano... !
Riguardo all'acqua, come noto in natura bevono raramente proprio per la difficoltà d trovarne.
Ultima modifica di Pangur Bán; 10-09-2019 alle 18:13
Grazie, che contributo interessante!!!
Il libro è anche tradotto in italiano?
Mi colpisce che si riferisca ad osservazioni sicuramente fatte in natura in epoca in cui nessuno aveva inventato le incubatrici e riporti come “ insignificanti “ gli aumenti di peso autunnali, riferendosi a tartarughe che normalmente nascono in settembre e al più tardi in ottobre.
Qui ci si preoccupa di mandare in letargo baby di 20/30 gr.
Mi sa che con queste super attenzioni finiremo , allevandole in cattività di indebolire la specie. La dove la natura ha finora operato nel migliorarla.
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Ultima modifica di Momikk; 10-09-2019 alle 20:16
Che ci sia a volte apprensione ingiusitificata me ne accorgo leggendo alcuni post sul forum. ^_^ Sperando che un giorno i negozi non arriivino a vendere cappottini invernali per le tartarughe perché qualcuno potrebbe anche comprarli. °_°
No so se si trova in italiano. Chissà, forse tra i testi accademici. Magari qualche studente, professore o assistente universitario si è preso la briga di tradurlo. Lo stesso autore, Marc Cheylan (1952), lo ha pubblicato nel 1981 tramite l'EPHE, l'istituto di studi scentifici dove si è laureato l'anno prima e con cui ha continuato a colaborare come biologo. Sembrerebbe quindi un'opera non destinata alla grande distribuzione.
Nela prefazione dice che lo studio delle tartarughe terrestri è stato uno dei suoi primi soggetti di ricerca. Già nel 1973 aveva presentato una comunicazione intitolata "Il genere Tetsudo nel bacino mediterraneo" in occasione di un congresso europeo tenutosi in Italia a Pescasseroli.
Il volume di oltre 400 pagine è così diviso:
Cap 1: Sistematica
Cap 2: Morfologia
Cap 3: Ripartizione geografica
Cap 4: Habitat
Cap 5: Biologia delle riproduzione
Cap 6: Processo di crescita e criteri di età
Cap 7: Studio delle popolazioni
Cap 8: Ritmi di attività
Cap 9: Regime alimentare
Cap 10: Il passato della specie nel Quaternario francese e interesse paleoclimatico
E' un lavoro generato dagli studi sul campo la cui portata si evidenzia in particolare nelle ultime 150 pagine circa, piene zeppe di tabelle di misurazioni, dati sui giacimenti di fossili esaminati, ma anche dai tanti disegni esplicativi e grafici di ogni tipo.
Nelle conclusioni viene detto che, anche se centrato sulla Testuggine di Hermann, questo lavoro permette di mettere in evidenza l'esistenza dei legami morfologici, ecologici e comportamentali tra le tartarughe mediterranee Tetsudo hermanni, graeca, marginata e kleimanni (infatti si parla anche di esse). Legami suggerenti un'origine filogenetica senza dubbio comune per tutte le specie.
E poi il discorso continua parlando di cose di Paleontologia. Un'opera bella tosta, mai visto nient'altro di simile in giro, altro che i manualetti da scaffale.
Marc Cheylan nel 2016 ha pubblicato anche un documentario in DVD: À la Recherche des Tortues d'Hermann
(in foto: Marc Cheylan)
"La tartaruga di Hermann è l'unica specie di tartaruga terrestre che vive nella Francia continentale, dove ne resta solo un numero ridotto nel dipartimento del Var. In compagnia del biologo Marc Cheylan, andiamo a scoprire le incredibili abitudini di questo monumento biologico nazionale"
Lo vendono su Amazon francese.
Ma tu il libro lo hai scaricato ?
Certo che sembra davvero interessante e vasta come opera...con una lunga e documentatissima indagine di osservazione.
Potrebbe essere una buona lettura nelle sere invernali.
In quest’ultimo periodo si stanno raccogliendo contributi interessanti , non sarebbe male creare sul forum una sezione apposita dove raccogliere mano a mano tutte le pubblicazioni ( libri, articoli, video)che conosciamo , con una breve presentazione da parte di chi ne ha fatto esperienza , così come hai fatto tu .
Vediamo se qualche moderatore è interessato e raccoglie lo spunto.
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Con l'abbassamento della temperatura la mattina, le mie tartarughe ormai escono dai rifugi piuttosto tardi, quando invece un mese fa erano attive già all'alba. Negli ultimi giorni, durante le mie visite, tra le adulte ho visto in giro qualche volta i maschi e mai più di una o due femmine, le altre sempre rintanate come anche le tartarughine.
Oggi invece verso mezzogiorno erano tutte a prendere il sole , che la settimana scorsa non era mica scomparso, con pomeriggi anche caldi.
Quindi perché? Perché tutte insieme e quasi all'improvviso?
Perché nel pomeriggio sono arrivati lampi, pioggia, vento e un cielo scuro da fari accesi. Sono delle metereologhe infallibili! *_* Con il cambio di stagione penso che approfitteranno di più dei momenti soleggati della giornata invece di "perderseli".
Scusa Pangur, che sarebbe la denuncia di detenzione? Io acquistando le mie due tartarughe mi hanno rilasciato il Cities giallo in fonte C, e l'allevatore mi ha rilasciato anche l'atto di cessione. Ma poi io non ho fatto nessuna denuncia di detenzione. Ho sbagliato qualcosa?
No, non devi fare la denuncia di detenzione. Anche volendo non potresti perché è una cosa che non è più consentita dal 1995, quando scaddero i termini dell'ultima sanatoria per regolarizzare la posizione di tartarughe non acquistate in negozio e quindi prive dei documenti che ti hanno dato. In pratica fu un condono, uno dei tanti della storia politica italiana, approvato dall'allora ministro dell'ambiente Paolo Baratta sotto il breve governo Dini.
Bisognava compilare un'autocertificazione da presentare al Corpo Forestale, con versamento di 15.000 lire tramite bollettino. Nel modulo si indicavano il numero delle tartarughe possedute, la specie, come se ne era entrati in possesso e il luogo di detenzione. Se ne occuparono i miei genitori e così facendo le tartarughe sono stare registrate acquisendo fonte "F".
Dopo 24 anni la situazione delle irregolari è peggiorata, nel senso che già allora molti italiani non approfittarono del condono, e in seguito molti di più non hanno denunciato le nascite, compresi coloro che invece ne avevano approfittato! Il risultato sono milioni di tartarughe fuorilegge che razzolano per i giardini di tutta Italia e per cui da anni si invoca una nuova sanatoria. Anche se arrivasse secondo me si ripeterebbe la stessa situazione del '95, con un sacco di persone che lascerebbero scadere i termini.
Ultima modifica di Pangur Bán; 24-09-2019 alle 20:42
Certo che lo sa, proprio tramite il documento Cites.
Qualcosa mi sfugge. Io ho acquistato due tartarughe, l'allevatore mi ha rilasciato i CITIES, dunque i cities li ho io. E' vero che i CITIES li rilasciano loro, ma in questo caso i CITIES sono stati rilasciati dalla forestale alla persona che poi mi ha venduto le tarta. Come fà la forestale ad essere a conoscenza che io ho acquistato le tartarughe? Vi è qualche obbligo di comunicare la vendita da parte dell'allevatore all'ufficio CITIES? Grazie per le informazioni.
Ah, ho capito, io stavo pensando al Cites per tartarughe fonte "F" dove viene indicato l'indirizzo del detentore.
Tu però hai acquistato tartarughe fonte "C" quindi nella casella dell'indirizzo di detenzione non dovrebbe esserci scritto nulla, giusto? In quanto gli esemplari commerciabili non hanno limitazioni riguardo al luogo di residenza. Non mi ricordo se l'allevatore deve/può oppure no comunicare le tue generalità.