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Le tre vite delle tartarughe

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  1. #1
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Non è difficile. Sono i tempi lunghi ....


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  3. #2
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Per non creare fraintendimenti: avere entrambi i genitori in fonte C o F non significa che in automatico i figli saranno C. Lo saranno solo se si procede con l’iter di accertamento genetico, se no saranno classificati come F.


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  4. #3
    Fedelissimo

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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    La tartaruga femmina, quando è matura sessualmente e quindi in grado di riprodursi, quando arriva il periodo depone le uova indipendentemente dal fatto che siano feconde o meno, indipendentemente dal fatto che venga allevata insieme ad un maschio oppure non ne abbia mai visto uno


  5. #4
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Il momento migliore per vedere tutte le tartarughine all'aperto è la mattina presto quando prendono il primo sole da est:



    Si salvi chi può! Si salvi chi può! Il gigante ha scoperchiato le nostre case e ora ci mangia!!



    Fifone! Ho solo cambiato la paglia nelle casette.





    L'undicesima è la più coraggiosa, l'unica che non fa una piega quando mi avvicno.



    Nel recinto delle femmine anziane ho trovato un altro nido con tre uova (una mi si è rotta) identiche alle prime quattro. Dunque entrambe hanno deposto 7 uova ma una le ha fatte in due volte. Nell'altro recinto il conto è rimasto fermo a due perché non ho più cercato.



    Adesso mi serve una stecca da biliardo.


    La cicoria dell'orto ha superato nela classifica di gradimento le foglie di vite. In effetti adesso che è ancora verde chiaro la sto mangiando anch'io.
















    Se le tartarughe piccole restano diffidenti, le adulte sono entrate in quella fase della stagione in cui si sono riabituate alla mia presenza dopo le settimane post-letargo. Quando arrivo mi vengono tutte incontro perché sono associato al cibo. "







    Date la mancia al ragazzo della pizza, grazie!


  6. #5
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Stecca da biliardo...[emoji23]
    Pensa a tutti quelli che con pazienza, tipo Darietto, si son presi delle baby e aspettano anni e anni il miraggio delle uova[emoji85]e ti vedono giocare a farle seccare per fare sonaglini [emoji23]
    Le mie le foglie di vite me la lascian li...


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  7. #6
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    In giardino lucertole, a volte un Riccio e un Biacco. Ovviamente non sono miei ma vanno e vengono.

    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Citazione Originariamente Scritto da Momikk Visualizza Messaggio
    Stecca da biliardo...[emoji23]
    Pensa a tutti quelli che con pazienza, tipo Darietto, si son presi delle baby e aspettano anni e anni il miraggio delle uova[emoji85]e ti vedono giocare a farle seccare per fare sonaglini [emoji23]
    Le mie le foglie di vite me la lascian li...


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    Ma io non aspetto uova ........ comunque ho ancora tempo e poi mica le incubero', lascerò fare alla Natura.
    Incrociando le dita perché son sempre un po preoccupato
    E dimenticavo che anche le mie foglie di vite non le mangiano, saran astemie.
    Ultima modifica di darietto; 30-06-2020 alle 18:03


  8. #7
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Meglio allora non aver fotografato la frittata che ho fatto stamattina col terzo uovo! E dire che l'avevo tirato fuori intero dal terreno ma poi mi si è rotto nella busta in macchina.

    Prova con la vite selvatica che ha foglie piccole e verdi. Io do loro anche quella e la gradiscono molto. La vite selvatica probabilmente è quella che mangiano in natura perché cresce allungandosi a livello del terreno.


  9. #8
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Ogni tartaruga ha i suoi gusti. ^_^ Le mie ad esempio non mangiano l'ortica e nemmeno la borragine. La prima ho cercato di dargliela più volte ma niente.


  10. #9
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Ieri mattina:



    Quando sono arrivato aveva già fatto la buca e stava cominciando a deporre, credo. Ho aspettato un'ora seduto alle sue spalle per non disturbarla ma poi me ne sono andato lasciandola a lavoro.

    Questa mattina il raccolto:



    L'uovo più a destra si era crinato allora ho dato due pennellate di superattak. ^_^

    Per forma e dimensioni sono identiche a quelle della sorella che ne aveva deposte due soltanto. Le altre chissà, ma è già tanto essere riuscito a beccare un paio delle deposizioni delle figlie adulte.

    Il totale stagionale delle uova trovate sale a 21 (20 + 1 rotta...da me):

    Ultima modifica di Pangur Bán; 05-07-2020 alle 16:46


  11. #10
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    Predefinito Le tre vite delle tartarughe

    Citazione Originariamente Scritto da Pangur Bán Visualizza Messaggio
    Ieri mattina:



    Quando sono arrivato aveva già fatto la buca e stava cominciando a deporre, credo. Ho aspettato un'ora seduto alle sue spalle per non disturbarla ma poi me ne sono andato lasciandola a lavoro.

    Questa mattina il raccolto:



    L'uovo più a destra si era crinato allora ho dato due pennellate di superattak. ^_^

    Per forma e dimensioni sono identiche a quelle della sorella che ne aveva deposte due soltanto. Le altre chissà, ma è già tanto essere riuscito a beccare un paio delle deposizioni delle figlie adulte.

    Il totale stagionale delle uova trovate sale a 21 (20 + 1 rotta...da me):

    Ma come fanno a essere cosi bianche?le lavi dopo averle tirate fuori dalle buca?ci dai di candeggina?


  12. #11
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Citazione Originariamente Scritto da mimmuz89 Visualizza Messaggio
    Ma come fanno a essere cosi bianche?le lavi dopo averle tirate fuori dalle buca?ci dai di candeggina?
    Le lavo perché sono sporche di terra, ma solo con acqua..


    Citazione Originariamente Scritto da Momikk Visualizza Messaggio
    Dai , facci una frittata così poi ci dici se ha un sapore particolare
    Ah, no, l'abate lo sconsiglia!

    Da un'opera del 1781 scritta dall'abate Filippo Salvatore Gilij e dedicata "alla Santità si N.S. Papa Pio Sesto felicemente regnante", cito:


    "...perciocchè alla maniera stessa, che dissi delle tartarughe, van subito, saputo il loro tempo, in cerca di quell'uova gl' Indiani. L'uova delle tartarughe non son facili a condensarsi, ed unirsi in frittate. Ma dell'uova de' Guanàvanari può farsene, e se ne fa infatti quell'uso, che facciam qui dell'uova delle galline. Son buone, ma è un cibo, dirò così, leggiero, e di poca sostanza."



    Mo, che sono sti Guanàvanari non lo so, penso abitino solo in Sudamerica.

    Il gesuita non parla delle Hermanni ma delle tartarughe dell'Orinoco:



    "Un animale, come la tartaruga, timidissimo, non ha poi paura, accresciutisi i dolori del parto, di metter l'uova in presenza di ognuno. Nella spiaggia capacissima, vidi co' propri occhi una sera tanta moltitudine di tartaturghe, altre scavare colle zampe la rena, altre metter l'uova, che ne restai sommamente maravigliato. Può allora porsi sopra il loro dorso non solo il piede; ma starvisi quasi in isgabello a sedee. Non li risenton punto.
    Ma ciò, che sommamente rileva, ne vidi tanta moltitudine, che pareva la grande spiaggia, piena tutta di tartarughe. Passai or sopra, or per mezzo di esse con incredibil piacere; e non dubito di asserire che fosser di molte migliaja."



    Poi stigmatizza il comportamento dei Maipuri (un popolo locale):



    "I Maipuri, venuti dal superiore Orinoco, non avvezzi alle tartarughe, e perciò più degli altri vogliosi, ed ingordi del nuovo cibo, di questi tempi (cioè durante la deposizione) ne facean proprio uno scempio. Veramente non sono allora, siccome dimagrite, e alcune partorienti, alcune vicinissime al parto, salubri le tartarughe. Ma non vi badan punto que' barbari; nè le malattie, che sopravvengon loro di que' giorni, son motivo bastevole l'anno appresso per farne un uso più moderato. Ritornano all'amato cibo con quell'ansietà, colla quale vi tornerebbe un fanciullo, che altro nel cibarsi non cerca, che 'l suo piacere."


    "L'altra cosa, da cui può, e debbe ripetersi, la quasi incredibile moltitudine di quelle tartarughe, è l'uso, o a parlar giustamente, l'abuso, che fassi de' loro figlioletti. Prescindiamo per ora dall'olio, che pur fanno con l'uova fresche; e consideriamo solo quell'uova, che sotterrate nelle spiagge arrivan felicemente a schiudersi. Dopo pochi giorni di fermentazione, originata parte da' continui caldi, parte da una pioggetta, che periodicamente sopravviene di que' tempi, e ivi chiamasi delle Tartarughe; fan bene gl' Indiani, che arrivato è il tempo di soddisfare alla loro ingordigia. Parton da' villaggi, carichi di certi canestrini, si mettono e colle mogli e co' figli in barchetta [...] vanno a far incetta per tutta la spiaggia delle piccole tartarughe.

    Ma come conoscerle, essendo uguale, e quasi una, la superficie della spiaggia, e come sapere ove sono? Vi camminan sopra; e dove e co' piedi, e co' bastoni, che portano in mano, sentono il terreno più molle, e che meno al piede resiste, ivi scavano; sicuri di trovarvi dentro la bramata preda. [...]"


    "E' un piacere per chi gli scava. Siccome accade qualche volte anche a me, il vederli ( i tartarughini) venir su, levato l'ingombro della rena, tutti festosi e vivaci. Ci vuole leggerezza di mano per farne acquisto. Lasciati per alcun tempo, comecché brevissimo, spariscon subito, e dirigon al fiume, a quasi a punto certo, il loro corso. Mi son pigliato non di rado il piacere, in lontananza ancor grande dal fiume, di rilasciarne qualcuno; ma col capo rivoltato dalla parte opposta; ma con mia grata sorpresa, ho veduto rivoltarsi subito, e fuggir frettoloso per tuffarsi nel fiume. Tanto può l'istinto di natura anche in questi animalucci nel primo sortire alla luce. Ma torniamo a noi.

    Ogni nido (e ve ne sono moltissimi) contiene un gran numero di piccole tartarughe. Potendo l'uova per molte ragioni guastarsi; ed essendo credibile, che delle tartarughe, alcune più, alcune meno ne facciano, non intendo già io di fissare una cosa, che paja più mirabile, che vera. Ma se dal numero dell'uova può raccogliersi anche quello degli schiusi figliuoli, posso veracemente affermare, che io, avendo i miei remiganti presa una volta una certa, bellissima tartaruga, vi trovai dentro fino a cento vent' uova. Ordinariamente non sorpassan sessanta."



    Tornando alla raccolta delle tartarughine da parte degli indigeni, prosegue descrivendo come le donne le cucinano friggendole intere:



    "[...] apprestano agli stanchi mariti, a sé, ed alla famiglia un buon pranzo.Dissi buono, perché tale mi è paruto più volte, non solo per la tenerezza di esse tartarughine, che mangiansi in un col guscio, anch'esso tenero e saporito, ma perché sì lesse, che fritte, ho sentito lodarle, e piacere comunemente ad ognuno.
    Dovrebber certamente, se vi fosse tra' barbari economia, risparmiarli questi poveri animalucci. Ma sì per la facilità con cui li trovano, che pel non volgare sapore, non fansi colà tante riflessioni."




    Continua parlando della caccia agli esemplari adulti per poi arrivare al già citato olio ricavato dalle uova:



    "Pare a noi, e pare ancora in America, che possa starsi appena senz'olio. E' necessario qualche lume di notte; fa d'uopo di qualche condimento pe' cibi. Ove non sonovi, nè pel calore di quel clima esser vi possono olivi, Iddio, che ha provvida cura degli uomini, ha messo dappertutto, e prodottovi, de' supplementi. In Orinoco fan le veci degli oliveti le spiagge, che si riempiono ogni anno dell'uova di tartarughe. Ed eccone il modo.[...] dell'uova delle tartarughe, altre sono profondamente sotterrate, altre superficialmente. Se la tartaruga ha tempo bastevole pel suo lavoro, e i dolori men pressanti del parto, o le affollate compagne soffrono dilazione, con le zampe deretane scava una fossa di un palmo, e mezzo circa: vi depone l'uova, e le ricopre studiosamente con rena. Quest'uova (così pare) restano ordinariamente intatte e sono quelle onde poi escono le tartarughine. Ma altre uova per l'opposta ragione sono ricoperte superficialmente, e le une alle altre sovrapposte tumultuariamente. Queste sono innumerevoli; e la copia stessa, unita alla facilità dello scavo, chiama a sé gl' Indiani, i quali vi accorrono a turme copiosissime. [...]"



    Dopo la raccolta...



    "Nelle barchette schiacchian l'uova, che loro porgono a gara i fanciulli, e le donne. Ma prima di schiacciarle fa d'uopo di mettervi dell'acqua, e di empirle fino a a quasi la sommità. Infrante l'uova all'acqua, va fino al fondo il lor rosso, e viene all'alto, e nuota sulla superficie dell'acqua la parte più leggiera di esse. A questa parte leggiera può darsele il nome di burro liquido, oppure di olio. Ma quest'ultimo nome, come si scorgerà dal mio racconto, forse le quadra meglio.
    Venuto a galla nella maniera, che ho detto quest'olio, pigliasi con cucchiaroni, fatti di zucche; e mettesi in certe grandissime pentole, che fan le donne Ottomache (sta parlando del popolo degli Ottomachi). E' cura poi, e faccenda particolare di esse stesse (poichè crudo non conserverebbesi lungamente) il cuocerlo a bell'agio. Lo cuocono infatti , chi in una parte della spiaggia, chi in un'altra; chi per sé e per la provvisione dell'anno; chi per venderne ad altri; ordinariamente, e contro il loro uso, lo cuocon, dico, con diligenza, e con fretta; imperciocchè temendo delle vicine piogge, che ricomincian sul fine d'Aprile, o sul principio di Maggio, se nulla condiscendessero alla naturale pigrizia, perderebbero indubitamente il lavoro.




    (foto di repertorio ^_^)


    Non perdesi il lavoro dell'olio, ma vien più tardi, e men ben al cielo coperto di nuvole. I raggi cocenti del Sole sono più a proposito. Mettono in moto la massa schiacciata dell'uova; ne distaccano le oliose particelle, che veggonsi sulla superficie dell'acqua a guisa di stille. Chi vuole fatto bene, e in tempo quest'olio, vi presiede da per sè, e sta nella spiaggia fintantochè sia finito di cuocere. [...] Dopo cotto mettesi dagli Spagnuoli forestieri in vettine, e dagli abitanti dell'Orinico in Tapari: cioè in certe zucche che trovasi in abbondanza colà, e che votate ben bene sono un recipiente per que' paesi non meno a proposito delle più buone vettine.
    Se non cuocesi l'olio di tartaruga a dovere, impuzzolisce facilmente, e si guasta. Ma oltre una buona cottura, fa d'uopo mettervi del sale; e vi si pone infatti almeno dagli Spagnuoli; adattandone una dose competente per ciascheduna vettina, o Tapàro. Se questa diligenza s'adopera. è capace di durar buono, e salubre tutto l'anno. Quello passato, è ottimo tuttavia, benchè rancido, pe' lumi di casa, o stantio arde sì bene, che mi pareva, e parmi tuttora non differente per quest'uso dall'olio nostrale.
    Se mettesi in un bicchiere, dal colore, e da ogni altro segno si piglierebbe da' men pratici per olio di olive."



    Racconta quindi un anedotto di uno "Spagnuolo" che ci condì l'insalata perché credeva fosse olio d'oliva. ^_^

    Io le zucche Tapari non ce l'ho ma tre settimane fa ho piantato quelle chiamate "del pellegrino" con cui si fanno dei recipienti. Andranno bene lo stesso?
    Ultima modifica di Pangur Bán; 05-07-2020 alle 21:15


  13. #12
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Citazione Originariamente Scritto da Pangur Bán Visualizza Messaggio
    Le lavo perché sono sporche di terra, ma solo con acqua..


    Ah, no, l'abate lo sconsiglia!

    Da un'opera del 1781 scritta dall'abate Filippo Salvatore Gilij e dedicata "alla Santità si N.S. Papa Pio Sesto felicemente regnante", cito:


    "...perciocchè alla maniera stessa, che dissi delle tartarughe, van subito, saputo il loro tempo, in cerca di quell'uova gl' Indiani. L'uova delle tartarughe non son facili a condensarsi, ed unirsi in frittate. Ma dell'uova de' Guanàvanari può farsene, e se ne fa infatti quell'uso, che facciam qui dell'uova delle galline. Son buone, ma è un cibo, dirò così, leggiero, e di poca sostanza."



    Mo, che sono sti Guanàvanari non lo so, penso abitino solo in Sudamerica.

    Il gesuita non parla delle Hermanni ma delle tartarughe dell'Orinoco:



    "Un animale, come la tartaruga, timidissimo, non ha poi paura, accresciutisi i dolori del parto, di metter l'uova in presenza di ognuno. Nella spiaggia capacissima, vidi co' propri occhi una sera tanta moltitudine di tartaturghe, altre scavare colle zampe la rena, altre metter l'uova, che ne restai sommamente maravigliato. Può allora porsi sopra il loro dorso non solo il piede; ma starvisi quasi in isgabello a sedee. Non li risenton punto.
    Ma ciò, che sommamente rileva, ne vidi tanta moltitudine, che pareva la grande spiaggia, piena tutta di tartarughe. Passai or sopra, or per mezzo di esse con incredibil piacere; e non dubito di asserire che fosser di molte migliaja."



    Poi stigmatizza il comportamento dei Maipuri (un popolo locale):



    "I Maipuri, venuti dal superiore Orinoco, non avvezzi alle tartarughe, e perciò più degli altri vogliosi, ed ingordi del nuovo cibo, di questi tempi (cioè durante la deposizione) ne facean proprio uno scempio. Veramente non sono allora, siccome dimagrite, e alcune partorienti, alcune vicinissime al parto, salubri le tartarughe. Ma non vi badan punto que' barbari; nè le malattie, che sopravvengon loro di que' giorni, son motivo bastevole l'anno appresso per farne un uso più moderato. Ritornano all'amato cibo con quell'ansietà, colla quale vi tornerebbe un fanciullo, che altro nel cibarsi non cerca, che 'l suo piacere."


    "L'altra cosa, da cui può, e debbe ripetersi, la quasi incredibile moltitudine di quelle tartarughe, è l'uso, o a parlar giustamente, l'abuso, che fassi de' loro figlioletti. Prescindiamo per ora dall'olio, che pur fanno con l'uova fresche; e consideriamo solo quell'uova, che sotterrate nelle spiagge arrivan felicemente a schiudersi. Dopo pochi giorni di fermentazione, originata parte da' continui caldi, parte da una pioggetta, che periodicamente sopravviene di que' tempi, e ivi chiamasi delle Tartarughe; fan bene gl' Indiani, che arrivato è il tempo di soddisfare alla loro ingordigia. Parton da' villaggi, carichi di certi canestrini, si mettono e colle mogli e co' figli in barchetta [...] vanno a far incetta per tutta la spiaggia delle piccole tartarughe.

    Ma come conoscerle, essendo uguale, e quasi una, la superficie della spiaggia, e come sapere ove sono? Vi camminan sopra; e dove e co' piedi, e co' bastoni, che portano in mano, sentono il terreno più molle, e che meno al piede resiste, ivi scavano; sicuri di trovarvi dentro la bramata preda. [...]"


    "E' un piacere per chi gli scava. Siccome accade qualche volte anche a me, il vederli ( i tartarughini) venir su, levato l'ingombro della rena, tutti festosi e vivaci. Ci vuole leggerezza di mano per farne acquisto. Lasciati per alcun tempo, comecché brevissimo, spariscon subito, e dirigon al fiume, a quasi a punto certo, il loro corso. Mi son pigliato non di rado il piacere, in lontananza ancor grande dal fiume, di rilasciarne qualcuno; ma col capo rivoltato dalla parte opposta; ma con mia grata sorpresa, ho veduto rivoltarsi subito, e fuggir frettoloso per tuffarsi nel fiume. Tanto può l'istinto di natura anche in questi animalucci nel primo sortire alla luce. Ma torniamo a noi.

    Ogni nido (e ve ne sono moltissimi) contiene un gran numero di piccole tartarughe. Potendo l'uova per molte ragioni guastarsi; ed essendo credibile, che delle tartarughe, alcune più, alcune meno ne facciano, non intendo già io di fissare una cosa, che paja più mirabile, che vera. Ma se dal numero dell'uova può raccogliersi anche quello degli schiusi figliuoli, posso veracemente affermare, che io, avendo i miei remiganti presa una volta una certa, bellissima tartaruga, vi trovai dentro fino a cento vent' uova. Ordinariamente non sorpassan sessanta."



    Tornando alla raccolta delle tartarughine da parte degli indigeni, prosegue descrivendo come le donne le cucinano friggendole intere:



    "[...] apprestano agli stanchi mariti, a sé, ed alla famiglia un buon pranzo.Dissi buono, perché tale mi è paruto più volte, non solo per la tenerezza di esse tartarughine, che mangiansi in un col guscio, anch'esso tenero e saporito, ma perché sì lesse, che fritte, ho sentito lodarle, e piacere comunemente ad ognuno.
    Dovrebber certamente, se vi fosse tra' barbari economia, risparmiarli questi poveri animalucci. Ma sì per la facilità con cui li trovano, che pel non volgare sapore, non fansi colà tante riflessioni."




    Continua parlando della caccia agli esemplari adulti per poi arrivare al già citato olio ricavato dalle uova:



    "Pare a noi, e pare ancora in America, che possa starsi appena senz'olio. E' necessario qualche lume di notte; fa d'uopo di qualche condimento pe' cibi. Ove non sonovi, nè pel calore di quel clima esser vi possono olivi, Iddio, che ha provvida cura degli uomini, ha messo dappertutto, e prodottovi, de' supplementi. In Orinoco fan le veci degli oliveti le spiagge, che si riempiono ogni anno dell'uova di tartarughe. Ed eccone il modo.[...] dell'uova delle tartarughe, altre sono profondamente sotterrate, altre superficialmente. Se la tartaruga ha tempo bastevole pel suo lavoro, e i dolori men pressanti del parto, o le affollate compagne soffrono dilazione, con le zampe deretane scava una fossa di un palmo, e mezzo circa: vi depone l'uova, e le ricopre studiosamente con rena. Quest'uova (così pare) restano ordinariamente intatte e sono quelle onde poi escono le tartarughine. Ma altre uova per l'opposta ragione sono ricoperte superficialmente, e le une alle altre sovrapposte tumultuariamente. Queste sono innumerevoli; e la copia stessa, unita alla facilità dello scavo, chiama a sé gl' Indiani, i quali vi accorrono a turme copiosissime. [...]"



    Dopo la raccolta...



    "Nelle barchette schiacchian l'uova, che loro porgono a gara i fanciulli, e le donne. Ma prima di schiacciarle fa d'uopo di mettervi dell'acqua, e di empirle fino a a quasi la sommità. Infrante l'uova all'acqua, va fino al fondo il lor rosso, e viene all'alto, e nuota sulla superficie dell'acqua la parte più leggiera di esse. A questa parte leggiera può darsele il nome di burro liquido, oppure di olio. Ma quest'ultimo nome, come si scorgerà dal mio racconto, forse le quadra meglio.
    Venuto a galla nella maniera, che ho detto quest'olio, pigliasi con cucchiaroni, fatti di zucche; e mettesi in certe grandissime pentole, che fan le donne Ottomache (sta parlando del popolo degli Ottomachi). E' cura poi, e faccenda particolare di esse stesse (poichè crudo non conserverebbesi lungamente) il cuocerlo a bell'agio. Lo cuocono infatti , chi in una parte della spiaggia, chi in un'altra; chi per sé e per la provvisione dell'anno; chi per venderne ad altri; ordinariamente, e contro il loro uso, lo cuocon, dico, con diligenza, e con fretta; imperciocchè temendo delle vicine piogge, che ricomincian sul fine d'Aprile, o sul principio di Maggio, se nulla condiscendessero alla naturale pigrizia, perderebbero indubitamente il lavoro.




    (foto di repertorio ^_^)


    Non perdesi il lavoro dell'olio, ma vien più tardi, e men ben al cielo coperto di nuvole. I raggi cocenti del Sole sono più a proposito. Mettono in moto la massa schiacciata dell'uova; ne distaccano le oliose particelle, che veggonsi sulla superficie dell'acqua a guisa di stille. Chi vuole fatto bene, e in tempo quest'olio, vi presiede da per sè, e sta nella spiaggia fintantochè sia finito di cuocere. [...] Dopo cotto mettesi dagli Spagnuoli forestieri in vettine, e dagli abitanti dell'Orinico in Tapari: cioè in certe zucche che trovasi in abbondanza colà, e che votate ben bene sono un recipiente per que' paesi non meno a proposito delle più buone vettine.
    Se non cuocesi l'olio di tartaruga a dovere, impuzzolisce facilmente, e si guasta. Ma oltre una buona cottura, fa d'uopo mettervi del sale; e vi si pone infatti almeno dagli Spagnuoli; adattandone una dose competente per ciascheduna vettina, o Tapàro. Se questa diligenza s'adopera. è capace di durar buono, e salubre tutto l'anno. Quello passato, è ottimo tuttavia, benchè rancido, pe' lumi di casa, o stantio arde sì bene, che mi pareva, e parmi tuttora non differente per quest'uso dall'olio nostrale.
    Se mettesi in un bicchiere, dal colore, e da ogni altro segno si piglierebbe da' men pratici per olio di olive."



    Racconta quindi un anedotto di uno "Spagnuolo" che ci condì l'insalata perché credeva fosse olio d'oliva. ^_^

    Io le zucche Tapari non ce l'ho ma tre settimane fa ho piantato quelle chiamate "del pellegrino" con cui si fanno dei recipienti. Andranno bene lo stesso?
    Se un tempo le tartarughe le mangiavano in zuppette e brodini(per questo le marginata sono state importate in sardegna) sicuro un tempo si pappavano pure le uova... [emoji1785][emoji1785]

    Ps: non so cosa tu ne faccia di quelle uova ma se ti interessa farle nascere io personalmente SCONSIGLIO di lavarle con acqua...al massimo puliscile con uno scottex o carta assorbente...ma acqua diretta no.penso che le uova abbiano una protezione naturale per evitare che marciscano e lavarle caverebbe quella protezione (sorta di muco/strato adesivo) poi ovviamente vedi tu.son le tue...


  14. #13
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Dai , facci una frittata così poi ci dici se ha un sapore particolare [emoji23]


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  15. #14
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Ci fai un cucchiaio di olio Pangur [emoji23]
    Certo che sentir parlare di migliaia di tartarughe a deporre su una spiaggia fa proprio pensare ad un altro mondo...grazie per le tue chicche Pangur!


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  16. #15
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    Predefinito Re: Le tre vite delle tartarughe

    Citazione Originariamente Scritto da Momikk Visualizza Messaggio
    Ci fai un cucchiaio di olio Pangur [emoji23]
    Certo che sentir parlare di migliaia di tartarughe a deporre su una spiaggia fa proprio pensare ad un altro mondo...grazie per le tue chicche Pangur!
    Infatti, supponendo che Gilij parlasse della Arrau (la più grande tartaruga d'acqua dolce del Sud America che depone anche più di 100 uova), ho letto su un sito dedicato alla regione dell'Orinoco che è stata una fonte di cibo importante per gli abitanti delle rive del fiume e dei suoi affluenti. Lo sfruttamento irrazionale per più di cinquecento anni (perché poi ci si sono messi anche gli spagnoli) ha portato questa specie a un punto critico ed è stato necessario prendere misure per impedirne l'estinzione.
    Nel 1946 è stata vietata la caccia e la raccolta delle uova. Nel 1962 sono stati stimati circa 17.000 esemplari adulti (parliamo sempre dell'Orinico in Venezuela e non di tutta l'Amazzonia) con conseguente divieto assoluto di pesca e commercializzazione.


    Oggi, in generale, è classificata a rischio minimo.

    La corsa delle 210.000 tartarughine:

    https://www.tuttalabellezzadelmondo.it/317...a-tartarughine/


    Citazione Originariamente Scritto da mimmuz89 Visualizza Messaggio
    Ps: non so cosa tu ne faccia di quelle uova ma se ti interessa farle nascere io personalmente SCONSIGLIO di lavarle con acqua...al massimo puliscile con uno scottex o carta assorbente...ma acqua diretta no.penso che le uova abbiano una protezione naturale per evitare che marciscano e lavarle caverebbe quella protezione (sorta di muco/strato adesivo) poi ovviamente vedi tu.son le tue...
    Le tiro fuori dal terreno proprio per non farle nascere. Delle 21, 14 erano potenziali, nuove tartarughe...e solo per quest'anno. *_*


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