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Assiduo
Re: Deposizione Kleinmanni!
L'adattamento a seguito di modifiche dell'espressione genica, detto in parole comprensibili che a parità di dna ci saranno geni che si esprimono differentemente solo in virtuù dell'opportunità o meno rispetto all'ambiente tra due popolazioni omogenee, NON si tratta di mutazioni nel senso letterale del termine.
Vediamo se una volta per tutte riesco a farmi capire.
Partiamo dal fatto di una determinata specie che vive in un areale molto grande, a seguito della selezione naturale nell'arco di milioni di anni (milioni, attenzione) potrebbe dare origine a sottospecie e specie differenti tutte affini. Questo è quello che è successo nel caso delle Testudo mediterranee. Se la specie ancestrale faceva letargo, e lo faceva in quanto non sarebbe potuta sopravvivere sino ai nostri giorni con i suoi discendenti, avrà conservato nei suoi geni questa possibilità. Ora, mentre le specie a nord dell'areale mantengono questo comportamento, a sud le condizioni climatiche semplicemente non lo permettono perchè fa caldo. Ma fa caldo adesso, attenzione, durante le passate ere glaciali no, e sono durate molti millenni e l'ultima si è conclusa 11.000 anni fa quando l'uomo era già geneticamente e morfologicamente come è adesso. L'animale che vive a sud, poichè fa caldo, perderà la tendenza a fare letargo ed in un periodo così breve entrano in gioco altri meccanismi che regolano l'espressione genica ma non sono mutazioni di sequenze e/o di basi, che lo rendono più adattabile all'ambiente in cui vive. E' dunque probabile che i geni che permettono il letargo risultino silenziati, cioè non si esprimono, ma sono virtualmente presenti. Questo meccanisno è regolato dall'aggiunta di un gruppo metile in una base del dna, gruppo che può perdersi facilmente così come è stato messo lì, in seguito a particolari stimoli ambientali. Considerando dunque questa possibilità, l'affinità genetica tra marginata e kleinmanni, dove la prima è andata in contro a gigantismo (frequente in ambienti freschi) e l'altra a nanismo, è ipotizzabile che i meccanismi che hanno agito nell'uno e nell'altro caso siano i medesimi, ma che la sostanza sia poco cambiata. E' dunque ipotizzabile cioè che certi tratti si possano essere ugualmente mantenuti. In considerazione di ciò, è possibile portare al desilenziamento dei geni responsabili dell'adattamento alle basse temperature nel giro di alcune generazioni, senza per altro che ci siano variazioni nel genoma dell'animale, nessuna mutazione, nel senso classico del termine, dunque. L'unica differenza con le wild sarà dunque come si esprimono o meno i medesimi geni.
Il beneficio? Poter riprodurre animali anche all'esterno in sud Italia (dove per altro già succede) e in serra al centro-nord. In condizioni più naturali di un terrario al chiuso, senza le limitazioni ed i relativi costi. Immagino sia difficile da comprendere con la logica del terrario in testa.
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