Iguane, serpenti, un cane, tartarughe, pappagalli, canarini, conigli, pesci. Le bestie morte nel negozio? Il commerciante moroso vuole chiarezza: "C'era un custode giudiziario". La controparte replica
foto di repertorio
LECCE – Tre iguane baby, un pitone, sette tartarughe d’acqua e due di terra, un cucciolo di cane, quattro cocorite (ovvero, pappagallini ondulati), cinque canarini, due conigli nani, sessanta pesci rossi e un boa. Non è una nuova versione di una nota filastrocca per bambini. E’ la lista delle povere bestie che sarebbero morte di stenti, all’interno di un negozio che il commerciante ha dovuto lasciare. L’uomo, un 35enne di Lecce, è stato sfrattato. Era moroso. Ma – sostiene -, la colpa di quest’ecatombe non sarebbe sua. Anche perché, al di là dell’aspetto puramente umano, avrebbe subìto un danno economico. Un danno non indifferente.
Una volta abbandonata l’attività, in attesa di una nuova sistemazione, ha dovuto lasciare gli animali nel negozio. Fra le stanze in cui avevano vissuto fino ad allora. E qualcuno doveva pur occuparsene, al momento di abbandonare l’arca. Tant’è. Tramite il proprio avvocato, Cosimo Luigi Antonaci, il 35enne ha presentato questa mattina un esposto alla Procura di Lecce. Raccontando la propria versione dei fatti. E chiedendo di fare luce su tutto.
L’uomo da diversi anni esercita attività commerciale nel settore della vendita di animali vivi ed accessori. L’attività aveva sede a Lecce. Il locale - secondo quanto si evince dal suo racconto -, era stato preso in affitto da due sorelle, che ne sono proprietarie. Ed ha dovuto lasciarlo definitivamente la mattina del 10 gennaio scorso, quando è arrivato l’atto dell’ufficiale giudiziario della Corte d’Appello. Poiché l’attività era letteralmente colma di oggetti e di animali, è stato nominato un custode giudiziario. Questi avrebbe dovuto procedere alla redazione di un inventario da depositare nel fascicolo dell’esecuzione.
Stando a quanto si evince dall’esposto, una volta accettato l’incarico, l’ufficiale giudiziario si sarebbe impegnato anche di accudire le povere bestie nel miglior modo possibile. Un impegno assunto per iscritto. E tuttavia, molte sarebbero decedute nel tempo. “Per mancanza di attenzioni e cure”, sottolinea il 35enne.
Il 1° febbraio scorso, il commerciante avrebbe inviato un telegramma sia alle proprietarie del locale, sia al custode giudiziario, di rinuncia all’inventario con richiesta di restituzione della merce presente nel negozio. Quella non soggetta a pignoramento in sede di sfratto. “Anche per evitare ulteriore moria di animali”, spiega il legale del 35enne, nell’esposto. Ma la richiesta sarebbe rimasta inevasa. “I beni presenti nel locale sono stati trattenuti senza alcun titolo”, dice l’avvocato Antonaci. E a farne le spese, più di tutti, gli incolpevoli animali. L’interruzione dell’energia elettrica, un colpo fatale, per alcune specie. E così, pian piano, molte si sono spente. Copie del verbale di sfratto e del telegramma sono state inviate insieme all’esposto alla Procura di Lecce. Questo, dunque, secondo la versione del commerciante.
La controparte, rappresentata dall’avvocato Francesco Dragone, replica però su diversi punti. “La Procura della Repubblica è già stata interessata dalle proprietarie, le quali hanno denunciato il conduttore moroso per sottrazione di beni pignorati”, spiega. “Si tratta di una Renault Scenic. L’atto sequestro è stato firmato dal gip il 16 marzo scorso, su richiesta del pm Donatina Buffelli, ed eseguito dai carabinieri il 24 marzo”.
Una seconda denuncia sarebbe in atto per ulteriori accertamenti, sempre su quell’auto, che sarebbe stata venduta a terzi, lo stesso giorno della sottrazione. Sulla questione degli animali, invece, l’avvocato Dragone spiega: “Dopo lo sfratto, eseguito perché il commerciante non pagava l’affitto da dodici mesi, gli animali sono stati presi in consegna proprio da lui”. E sarà comunque la Procura a stabilire i fatti.
(martedì 29 marzo 2011)
www.lecceprima.it