Ciao, andando con ordine: sul tema foglie, ti rispondo che nella mia esperienza personale non ho mai sperimentato in questo senso, andando a posizione un albero vicino ad un laghetto di dimensioni così ridotte. Posso comunque dirti che in presenza di un buon filtro, rigorosamente sovradimensionato, non sarà un problema gestire l'aumento della carica batteriologica derivante dalla cadute delle foglie nel mastello. Fossi in te opterei per una siepe o una arbusto di taglia grande per fare ombra, che sfogliano molto poco e hanno radici che non danno fastidio alla laghetto interrato. Per quanto riguarda la commestibilità, escludendo bacche o frutti che se ingeriti possono essere nocivi, ti dico che le nostre piccole amiche sono abbastanza furbe da capire da sole cosa è buono e cosa non lo è: dovrai preoccuparti di proteggere adeguatamente le piante, di cui vanno ghiotte, rispetto alle quali le foglie secche o in decomposizione non risultano per nulla appetitose. Per evitare invece che la pompa del filtro si intasi, si può ricorrere ad un semplice espediente artigianale, come quello di metterla in un contenitore forato pieno di spugne.
Sull'alimentazione invece, devo proprio consigliarti di prendere il mix di gamberetti e pescetti essicati e buttarlo nella spazzatura, così come tutto il pellettato che non sia di buona marca (Reptomin della Tetra o il Carnivor della Sera). Sono cibi che non apportano il giusto nutrimento alla tartaruga poiché appunto sono stati essicati, perdendo la quasi totalità dei loro originali valori nutrizionali, venendo ridotti sostanzialmente ad involucri proteici e potenziali veicoli di malattie perchè sottoposti a processi industriali. La parte vegetale va introdotta subito, come detto, in quantità subalterna rispetto alle proteine, quelle vere, derivanti da pesce e gamberetti (interi, vanno bene anche quelli surgelati). Inoltre l'osso di seppia sbriciolato è inutile: la cosa migliore, più veloce ed economica da fare è prenderlo in pescheria, sciacquarlo e buttarlo intero in vasca, in modo che, ogni qualvolta ne senta il bisogno, la tarta possa mordicchiarlo. Per il resto, ti rimando come detto alla scheda allevamento.
Quanto al filtro, le caratteristiche tecniche sono specificate online, ma, pandemia permettendo, ti consiglierei di recarti fisicamente in un negozio di acquaristica o in un vivaio ben fornito per verificare dal vivo le dimensioni delle varie componenti e poi eventualmente procede all'acquisto online del modello prescelto, risparmiando qualcosa. Sul modello da te indicato, non posso darti molte dritte: non ho mai utilizzato prodotti della SunSun, pur conoscendo la marca, ma mi sembra troppo per un 150 lt e troppo dispendioso se il prezzo da me trovato online corrisponde al tuo. Per 100€ o meno ti porti a casa di meglio, un buon filtro con lampada uvc integrata che combinato con il giusto quantitativo di piante e fatto maturare correttamente potrà rispondere alle esigenze della tarta creando un biosistema perfetto
Te ne linko un paio, uno interno, uno esterno da laghetto, e uno a pressione, tenendo conto che questi ultimi sono i migliori ma anche i più costosi
https://www.amazon.it/All-Pond-Solut...=garden&sr=1-7
https://www.ibrio.it/202-laghetti-da...ampada-uv.html
https://www.amazon.it/Pontec-PondoPr...en&sr=1-7&th=1
Infine la stessa SunSun fa principalmente filtri a pressione, dai un'occhiata ai loro prodotti tenendo conto che la capacità filtrante dichiarata dalla casa madre va sempre almeno ridotta di 1/3 e per una tartaruga, sarebbe bene prendere un filtro con portata almeno doppia, se non tripla, rispetto al litraggio della vasca.
Sul letargo ti consiglio di farlo controllato: in un contenitore con l'acqua appena sopra il carapace in un ambiente freddo con temperatura costante che non superi i 10 gradi (cantina o garage), perchè i mastelli o i preformati non sono adatti per il letargo in quanto anche se dotati di numerosi appigli come tronchi o rete metallica sommersa che discende lungo le sponde, queste sono verticali e scivolose, e impediscono all'animale una risalita agevole per respirare: ci vogliono pareti che degradano dolcemente, per livelli, come quelle nei laghetti di grande litraggio costruiti in cemento o con teli, che abbiano una profondità minima di un metro e un fondo di almeno almeno 30 cm di torba e sabbia in cui interrarsi per resistere al gelo. Il ghiaccio in specchi d'acqua sopra i mille litri è raramente un problema, dato che le piante continuano ad ossigenare sviluppandosi sott'acqua scambiando ossigeno e azoto e nel caso lo fosse, esistono appositi "sghiacciatori" ossia termostati di acciaio che sciolgono il ghiaccio creando un buco (un rimedio più artigianale è un pallone di spugna nel laghetto). Spero di averti risposto a tutto, per ulteriori chiarimenti sempre a disposizione, tienici aggiornati.