Ho letto tutti i post di questa discussione ,sia quelli vecchi che i più recenti e subito mi sono venute in mente alcune osservazioni che provo a scrivere.
In primo luogo leggendo i post su i famosi microchip illeggibili ho capito che in tutti i casi bisognava inoculare un nuovo dispositivo e segnalare la cosa alla forestale che dovrebbe emettere un nuovo cites con il numero corretto. Nel caso avessi completato tutto l'iter a distanza di un anno vado a fare un controllo e guarda caso il vecchio microchip magari sollecitato da un campo elettromagnetico particolarmente favorevole risponde : Cosa fare? Ricominciare tutto l'iter con la Forestale ? La cosa più semplice sarebbe segnare sul nuovo certificato Cites anche il numero del vecchio microchip in modo da essere preparati ad un caso così non molto frequente ma probabile. Altra cosa che mi è subito evidente è che il veterinario presso il quale abbiamo portato la tartaruga per farla microcippare non può in alcun modo essere sicuro, anche dopo la lastra di controllo, che la tartaruga in oggetto sia proprio quella.
Mi fermo qui perchè potrei proseguire ancora sul tema della sicurezza di identificazione mediante microchip ma non voglio turbare la nostra comunità instillando dubbi sulle "certezze" che la legge sulla protezione degli animali selvatici protetti pretende da noi allevatori amatoriali.