Citazione Originariamente Scritto da Leonida89 Visualizza Messaggio
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Vero fino ad un certo punto: i nitrati NON sono l'ultimo prodotto, l'ultimo prodotto della degradazione è azoto gassoso.
L'azoto gassoso verrebbe prodotto dai batteri anaerobi, che con qualche accorgimento possiamo far proliferare in un filtro esterno o anche all'interno di un fondale compatto.
I nitrati sono l'ultimo stadio della degradazione AEROBIA, che avviene in un qualunque filtro (ma anche solo nell'acqua in movimento).
I test sono sicuramente utili, ma non indispensabili. Non ne ho mai acquistati e sinceramente non ne ho mai sentito il bisogno.
Le tartarughe non sono gli esseri più delicati di questo mondo, non sono specie di pesci che si sono sviluppate in un microhabitat particolarissimo con valori fissi di sostanze disciolte.
Le Trachemys in particolare, sono in grado di resistere in acqua anche a livelli di inquinamento impensabili.



Assolutamente d'accordo, sono gli unici due parametri entro i quali possiamo agire. Anche un abbassamento dlele temperature aiuta, ma questo si sposa con l'ombreggiamento dello specchio d'acqua, quindi con la privazione di luce.


Detto tutto ciò, smigol:
- Rimetti fuori l'animale, gli fa solo bene poter godere del sole
- Le alghe unicellulari sono la normalità in pieno sole
- l'acqua non è tossica perchè verde
- puoi aumentare il volume dei cambi parziali, anche se il mio consiglio (visto che l'animale è piccolo) è quello di aggiungere della vegetazione galleggiante.
Qualcosa verrà assaggiato e mangiato, ma un solo animale piccolo non può contrastare la crescita esplosiva della maggior parte di piante galleggianti.
Vero tutto quello che dici, ma qui si sta parlando di una infestazione di alghe.. se si arrivasse ad azoto gassoso il problema non sussisterebbe, no?

Vero anche che le tartarughe siano resistenti, ma ripeto.. qui ci si chiede il perchè ed il per come di una massiccia proliferazione di alghe, dunque.. questo è. Sicuramente l'acqua è ricca di nutrienti.

Altra cosa: che questi rettili siano naturalmente predisposti per affrontare le condizioni più avverse è cosa nota, ma attenzione a non esagerare nel trascurare le condizioni (e non dico che questo sia il caso) in cui vivono. Che un animale sia in grado di resistere a condizioni particolarmente disagevoli non significa che farlo vivere in quelle condizioni sia la cosa migliore da fare. La cosa migliore, come sempre, sta nel mezzo.. E' necessario ricreare un ambiente idoneo, anche un ambiente "sterile" è deleterio.

Purtroppo ho visto Trachemys che vivono almeno da 20anni in una scatola con 2 dita d'acqua, che quando va bene vedono un giorno di sole l'anno.. Lo stesso concetto è applicabile ai pesci rossi nella boccia :-(
E' vero, questi animali sopravvivono, ma non è detto che siano le condizioni di vita ideali.


PS: attenzione a formare substrati compatti e con zone anaerobiche, potrebbero essere sintomo di meccanismi di marcescenza poco controllati o controllabili.