Ho letto solo ora il post... Purtroppo non tutto è così semplice. Riguardo a malattie come quelle dovute ad herpes virus in particolar modo, 40 giorni, come pure 5-6 mesi sono un tempo assai limitato. Il virus herpes è sensibile a temperature superiori ai 30°C, per tale motivo difficilmente un animale infetto mostrerà alcun sintono nel periodo dalla tarda primavera fino a che le temperature non scendono stabilmente sotto un certo livello. Questo comporta che una quarantena efficace debba comprendere necessariamente almeno una stagione invernale. Infatti il virus si replica durante la latenza invernale e gli animali escono spesso in anticipo dal letargo mostrando sintomi quali bava, placche alla bocca, difficoltà respiratorie e di deambulazione in quanto il virus colpisce le vie aeree ed il sistema nervoso principalmente. Ma non solo, e va a degradare irrimediabilmente gli organi interni e, se anche un animale riesce a sopravvivere alla fase acuta, difficilmente supererà il secondo inverno. Ma nel frattempo infetterà tutti gli animali con cui verrà in contatto in modo subdolo in quanto i primi sintomi saranno evidenti solo quando ormai non c'è più nulla da fare. E' brutto da dire, ma in questi casi è bene che non ci siano sopravvissuti...
Il virus, trattandosi di un esponente della famiglia degli herpes, ha inoltre la caratteristica di NASCONDERSI all'interno dei gangli nervosi, dove il sistema immunitario non può entrare, e ripresentarsi anche a distanza di anni o decenni al primo accenno di un defedamento o stress. In questa fase, altra cosa imprecisa, nessun test rivelerà il virus in quanto questi esami vanno ad individuare il dna virale, supponendo che esso sia in circolo a causa della replicazione del virus. Ma di fatto in questa fase di latenza il visus è ASSENTE dal circolo dell'organismo, come fosse ibernato, dunque non è rilevabile ed il problema è dato nel caso di falsa negatività. L'unico modo per capire se l'animale è stato in contatto con il virus è l'esame degli anticorpi specifici, ma questo non è fatto se non in casi sperimentali e non è il test di routine. La presenza di anticorpi specifici ci dice però solo che l'animale è venuto in contatto con l'herpes, ma non se se lo porta ancora dentro, ma ciò è in ogni caso assai probabile. Nessun veterinario potrebbe mai dire con certezza che l'animale sia malato, lo sia stato a meno che non ci siano i sintomi e si ritrovi dna virale in circolo, dunque la possibilità di falsi positivi è talmente reale che è sempre ed in ogni caso da evitare di introdurre esemplari adulti, o se lo si fa bisogna avere la consapevolezza che se non si sa nulla dell'origine dell'animale, si possano avere problemi anche a distanza di un decennio. Solitamente gli esemplari portatori sono le Testudo graeca, ed in questo caso è sicuramente buona norma acquisirne piccole e provenienti da allevamenti seri.
Il virus si diffonde tramite le secrezioni e viene distrutto a zero gradi, mentre temperature maggiori se non molto elevate, non gli fanno nulla.
Un animale che sopravvive, fatto non raro, ma in piccolissima percentuale in Testudo hermanni e in Testudo graeca e marginata baby, giovani o subadulte, è da considerare infetto a vita. Probabilmente non si ammalerà più, ma potenzialmente al primo serio stress potrà far ripartire il contagio...

Altro grave problema sono i protozoi, quelli per intendersi che fanno rammollire il carapace alle baby e sono causa di stentata crescita e morti improvvise. Questi sono solitamente trasmessi dagli esemplari adulti o subadulti che ormai sono diventati resistenti e pertanto è assolutamente importante fare in modo che non ci siano contatti. Ricordiamo che i protozoi sono virtualmente immortali, difficilmente rispondono a terapie e non c'è modo di capire se non ci siano più...

Vogliamo infine parlare dei vermi? Le loro uova sopravvivono indefinitamente nel terreno, decenni, forse secoli. Alcuni sono se non in grandi concentrazioni poco preoccupanti come gli ossiuri (ma comunque causa di stentata crescita a malassorbimenti), ma altri come gli ascaridi, che hanno un ciclo vitale complesso con larve che sviaggiano per gli organi interni dell'animale come polmoni e dotti biliari e pancreatici, possono essere anche mortali. La prassi del bagnetto è per tale motivo assolutamente da abolire in quanto la defecazione libera uova che vengono ingerite e vanno ad aumentare la carica fino a livelli estremi. Immaginiamo che l'unico modo di attivare le uova è quello di passare dalla bocca, quindi anche se i vermi ne producono a migliaia di continuo, difficilmente un animale ne verrà in contatto nelle concentrazioni che si ritrovano nei bagnetti... Meglio dare verdure ricche di acqua e, lasciare che come in natura, gli animali bevano quando piove. Capisco che molti storceranno il naso, ma purtroppo le cose stanno così! Dimenticavo... Mi diceva il mio veterinario che l'unico modo di essere quasi sicuri di avere un recinto libero da infestazione, è quello di rimuovere i primi 30cm di terra, infatti i lombrichi spesso trasportano queste ultime i profondità quando vengono a mangiare gli escrementi degli animali infestati.

Il mio intento è quello di far capire che quanto si trova spesso in giro scritto in manualetti scopiazzati ed i luoghi comuni che girano, nonchè il sottovalutare certe norme igieniche fondamentali, sono la peggior causa di epidemie e grossi problemi negli allevamenti.