Per essere l'immacolato componente di un gregge bisogna innanzitutto essere una pecora.
(Albert Einstein)
Vero, ma se vai in Francia e Spagna siamo sui 20€, e certamente i 3€ con la Rep. Ceca non sono granché. Purtroppo a Roma fanno i conti con quello che entra in Italia in numeri significativi. Ora, non mi risulta che dalla Polonia arrivino numeri significativi di animali, ma certamente non è così per Germania, Slovenia, Rep. Ceca e Ungheria.
Sui tempi, è drammaticamente vero quello che dici, tuttavia eccezion fatta quando la commissione non era stata rinnovata, i tempi di attesa biblici che dobbiamo subire grazie alla nostra invadente e pervasiva burocrazia, sono relativi alle domande per il riconoscimento dell'allevamento, difatti una volta superato questo scoglio le risposte arrivano con la prima commissione disponibile. Il problema non è in questo caso Roma, ma i ritardi da parte degli uffici periferici nel trasmettere le domande.
Una tartaruga nata in Ungheria che già poche settimane dopo la nascita riceve il cites, costa all'allevatore infinitamente meno rispetto ad uno italiano. Innanzitutto non ha costi di gestione e le perdite le scarica subito all'acquirente, dunque l'italiano deve invece attendere di poter inserire il microchip e sostenere una cifra non insifferente in quanto questo ha l'obbligo di fare a tutti i nati, anche quelli che non ha intenzione di cedere o seplicemente non riesce a cedere. In questo caso le probabilità di un certto numero di perdite è tutt'altro che irreale, che si traduce inoltre in perdita economica anche se prima dell'inserimento del microchip, dunque il costo degli animali deve necessariamente far recuperare quanto speso. Facendo un rapido conto prendendo ad esempio un allevatore tedesco che ha il cites in 10gg per una baby appena nata e gli costa 6€ ad esemplare + 1€ di scheda fotografica e vende la tartarughina a 60€, il suo ricavo sarà 53€ a cui dovrà togliere il cibo per i genitori e la corrente dell'incubatrice suddiviso per il numero di animali da cedere e facciamo che il ricavo netto si aggiri sui 45€. Ora, per mantenere il medesimo ricavo netto, l'Italiano deve aspettare fin'oltre un anno prima di avere il certificato che pagherà 15,49€ + 1,3€ di bollettino postale, cioè 16,79€. Ma prima di ciò avrà dovuto pagare 15-20€ per ogni piccolo per il microchip ed il veterinario! Mettiamo si tratti di 30 piccoli, la spesa sarà da subito non meno di 450€ che intanto ha speso e non recupera. A quanto deve vendere un animale che intanto ha un anno più di quello del tedesco? I piccoli mangiano, hanno bisogno di spazi idonei, spesso hanno bisogno di essere sverminate, e questo per almeno un anno intero. Vogliamo che non siano quei 10€, ma è ottimistico, di spesa ad esemplare? Ci vogliamo mettere il costo delle telefonate e di carburante per l'anda e rianda dell'ufficio Cites? Altri 5€ ad esemplare? Per non contare il tempo perso che è sempre denaro ma è difficilmente quantificabile... Dunque 45€ + 10€ + 5€+ 16,79€ + 15€, totale 91,79€ ed un'incidenza delle spese di 46,79€ pagati ben prima di poter recuperare ciò con la vendita degli animali. Dunque 31,79€, che arrotonderemo a 30€ di prezzo in più rispetto allo stesso animale venduto dal tedesco. Vero è poi che chi acquista dal tedesco sperando di fare l'affare, in realtà va a spendere di più, ma intanto è il tedesco ad aver fatto saccoccia!Questa è la dimostrazione come la burocrazia deprime l'Italia e spiega il perchè certi stati hanno sentito meno la crisi e possono essere più competitivi di noi. Scusate la divagazione pertinente, ma fuori tema...