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Che bel mestiere... l'imbalsamatore
Un’aquila reale e un falco di palude. Ma anche un cigno nero. Centinaia di animali esposti in bacheche di vetro, che L.I., palermitano 56 enne, nella sua abitazione di via Floresta aveva imbalsamato uno per uno. Tutte specie protette secondo quanto rilevato dal Cites, il personale specializzato del corpo forestale, intervenuto dopo un sopralluogo degli agenti di polizia della stazione di “Zisa-Borgo” di Palermo. Ma qui le forze dell’ordine hanno trovato anche animali vivi. Oltre a diciotto tartarughe, nel giardino una voliera conteneva altri animali la cui detenzione è proibita per legge. Sul pavimento di una cameretta, infatti, era stata costruita una botola. Nei locali sotterranei era stato messo su un vero e proprio laboratorio da “tassidermista” attrezzato di bisturi, forbici e prodotti chimici impiegati per l’imbalsamazione degli animali.
E ancora. All’interno di tre congelatori che gli agenti hanno trovato nel laboratorio, erano conservati i cadaveri di altri animali di specie protette, presumibilmente pronti per essere imbalsamati. Un’attività, quella dell’imbalsamatore, esercitata senza possedere le autorizzazioni necessarie. Ma la polizia non lo ha denunciato solo per questo: l’accusa è anche quella di detenzione irregolare di armi e la commercializzazione e la detenzione illegale di esemplari protetti. Mentre il ‘laboratorio’ e tutti gli animali e le attrezzature al suo interno sono stati sequestrati.
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