Origine e area di distribuzione
Abbiamo due sottospecie di
calyptratus: il
calyptratus calyptratus e il
calyptratus calcarifer. Il
Chamaleo calyptratus calyptratus è originario dello Yemen; il
Chamaeleo calyptratus calcarifer dell’Arabia Saudita.
Ordine:
Squamata
Famiglia:
Chamaleonidae
Genere: Chamaeleo
Specie:
Chamaeleo calyptratus
Sottospecie:
calyptratus calyptratus & calyptratus calcarifer
Nomi comuni
Calyptratus (scientifico); Calippo (volgare); Veiled Chamaeleon (inglese)
Morfologia
Occhi: il camaleonte è l'unico animale al mondo capace di visualizzare immagini differenti nello stesso momento, avendo una visione completa a 360 gradi. Gli occhi sono quasi interamente coperti di palpebre e indipendenti fra di loro. Possono anche guardare in una sola direzione, il che succede soprattutto per "prendere la mira" quando avvistano una preda.
Lingua: la lingua è appiccicosa e lunga, capace di estroflettersi con una velocità di 20 km all'ora, la punta cattura la preda, per poi rientrare all'interno della bocca, dove il pasto verrà consumato con i denti.
Zampe: la loro struttura di articolazioni è adatta alla vita arboricola: esse servono come tenaglie per arrampicarsi. Le zampe anteriori hanno due artigli sul dito esterno e tre su quello interno. Viceversa per le zampe posteriori.
N.B.: gli artigli, se spezzati, non ricrescono. È, pertanto, meglio, usare reti in plastica e non in ferro/alluminio, con maglie non superiori a 0,3 mm.
Coda: la coda è prensile e agisce come quinto arto, in caso di perdita non è capace di rigenerarsi.
Mimetismo: il camaleonte è capace di cambiare il proprio colore in base a vari fattori, fra i quali: luminosità e temperature; stati d'umore, stress, paura, minaccia, malattie eccitazione sessuale.
N.B.: al contrario di quanto si possa pensare, il camaleonte non prende il colore da quanto tocca. Le variazioni di colore che può effettuare sono limitate al range di colori che ha geneticamente, solo con tonalità più spente o accese. Esempio: se abbiamo un camaleonte al 100% verde, non dobbiamo pensare che diventi rosso se entra a contatto con una superficie rossa.
Comportamento
I
calyptratus, come la maggior parte dei camaleonti, sono animali territoriali, che è meglio che vivano da soli in un camaleontario allestito solo per un esemplare. Sono rettili, non hanno bisogno di essere maneggiati e, i più di loro, cercheranno di far sì che lo capiate da subito gonfiandosi, prendendo tonalità più scure, soffiando o anche mordendo (quest’ultima possibilità rimane, comunque, rara).
Sono animali arboricoli, per questo il camaleontario dovrà essere sviluppato in altezza e non in lunghezza. Più volte potrete guardare i c
alyptratus eseguire gli stessi movimenti sugli stessi rami: sono infatti animali abitudinari. E’ possibile che i nostri camaleonti ondeggino un po’: rientra nel loro comportamento. I camaleonti lo fanno per simulare il movimento delle foglie con il vento.
Dimorfismo
Il maschio raggiunge i 40 cm di lunghezza, la femmina rimane un po’ più piccola, intorno ai 30 cm. Il
calyptratus di sesso maschile ha un elmetto da adulto che può essere alto anche fino a 10 cm, la femmina ha lo stesso elmetto di dimensioni notevolmente ridotte. I colori del maschio sono più accesi, quelli della femmina un po’ più spenti, con dei puntini che prendono una tonalità azzurro/blu quando è recettiva e una colorazione nera a puntini gialli quando e' gravida.
Il dimorfismo sessuale e' inoltre evidente grazie ad uno sperone che il maschio presenta nel retro delle pinze posteriori, fra i due gruppi di dita .
Allevamento
L’allevamento di un
calyptratus richiede il rispetto di pochi punti, purché fermi. Il camaleontario deve essere costruito in rete per lasciare che circoli l’aria al suo interno.
Sono da evitare vetro e plexiglass, perché il camaleonte potrebbe pensare, guardando il suo stesso riflesso, che nello stesso camaleontario ci siano altri camaleonti, stressandosi. Sul fondo del camaleontario è bene mettere una pianta ( più funzionale dei soli rami ) che si sviluppi in alto: possiamo usare la Photos o anche una pianta di Ficus Benjamina ( anche se quest’ultima pianta ha un latte all’interno che potrebbe nuocere al camaleonte ). C’è da sottolineare che il camaleonte, ogni tanto, potrebbe mangiare qualche foglia della pianta che mettiamo nel camaleontario.
N.B.: per saperne di più, vi invito a leggere la scheda del nostro amico tornosubito92:
Tartarugando - Scheda allestimento camaleontario
Illuminazione e riscaldamento
Per allevare un
calyptratus non ci vogliono più luci di quante non ne abbia una persona che alleva anche altri rettili. Le luci sono due: una lampada Spot (reperibile nei supermercati e nei ferramenta) e un tubo al neon ad emissione di raggi UVA/UVB al 5% (o 5.0, è lo stesso).
Lo Spot andrà collocato all'esterno ad circa 15-20cm dalla rete mentre il tubo potrà essere collocato anche all'interno del camaleontario e posizionato sia orizzontalmente che verticalmente. Lasciamo stare, al contrario, tappetini riscaldanti e lampade in ceramica, perché il camaleonte potrebbe ustionarsi anche a distanza e comunque asciugano troppo l'ambiente. Per quanto concerne le temperature, il gradiente va dai 26/28 gradi ai 18/20 gradi, dall’alto al basso del camaleontario, con basking spot fino a 33 gradi. Nelle ore di luce le temperature è meglio che non scendano sotto i 20 gradi; nelle ore di buio le temperature è meglio che non scendano sotto i 18 gradi. Per quanto concerne il fotoperiodo, vanno bene 12 ore di luce e 12 ore di buio. Un’idea può essere sfruttare le 12 ore di luce così: dopo aver collegato il neon UVB ad un timer e la lampada Spot ad un altro timer, facciamo accendere alle 08:00 il neon UVB, alle 09:00 la Spot, così da avere anche un innalzamento delle temperature un po’ più graduale. Per lo spegnimento, facciamo spegnere la Spot alle 19:00 e il neon UVB alle 20:00.
Così facendo, diamo al camaleonte l’idea del sole che sorge e tramonta, facendo salire e scendere le temperature più lentamente, rispetto a quanto non faremmo accendendo e spegnendo contemporaneamente entrambe le lampade.
Umidità
In un camaleontario è impossibile mantenere un'umidità costante, ma non bisogna preoccuparsi, le piante che provvederemo ad inserire e l’umidità data da un nebulizzatore ( o spruzzino ) due o tre volte nell'arco della giornata in inverno e tre - cinque volte in estate quando le temperature sono più elevate, saranno sufficienti. Non impazzite a misurare l'umidità perché in un camaleontario in rete e' impossibile, controllate solo che il camaleonte riesca a mutare nell'arco di poche ore, questo e' un buon indice.
N.B.: qualora il camaleonte dovesse avere della muta residua aderente al corpo, non deve assolutamente essere rimossa a mano, meglio nebulizzare un paio di volte e cercare di dare il tempo al nostro camaleonte di effettuare da solo la sua muta. Quando il camaleonte è in fase di muta, cerchiamo di stressarlo il meno possibile: per gli animali che la effettuano, la muta è fonte di stress e vulnerabilità.
Alimentazione
L’alimentazione dei camaleonti è la parte che più scoraggia nell’allevamento di questi bellissimi animali. I camaleonti ( come anche altri rettili ) si nutrono di insetti vivi ( i camaleonti sono attratti dal movimento delle loro stesse prede ) e, se ve lo state domandando, sì, dovrete tenere degli insetti vivi a casa vostra.
Iniziamo col dire che gli insetti non devono essere più grandi della testa del camaleonte che stiamo per nutrire. Come per le lampade, anche per gli insetti vale la regola di prima, sono gli stessi che si forniscono a tanti altri rettili: grilli, blatte, locuste, caimani, mosche (solo di allevamento), tarme della farina, camole del miele e loro farfalle ( meglio, comunque, i primi due ), particolarmente apprezzate da questi animali le cimici e le api ma per favore evitate di dare queste ultime vista la loro utilità e le difficoltà che ultimamente si hanno nell'allevamento. Ci sono anche degli insetti che possono essere tossici per i nostri camaleonti, come lucciole, calabroni, formiche e, potenzialmente, insetti che portano colori accesi come il giallo o l’arancione. Come dare da mangiare gli insetti? All’interno del camaleontario andiamo a mettere un contenitore appeso ai rami tipo barattolo di yogurt da 500gr ( che sia stabile ) nel quale metteremo gli insetti per ogni pasto. E’ bene che il contenitore non sia basso, perché gli insetti potrebbero uscire e potreste ritrovarveli per casa.
N.B.: per l’allevamento degli insetti vi rimando alle schede redatte dal nostro amico Scorpedine:
Blatta Dubia:
http://www.tartarugando.it/content/2...ica-dubia.html
Blatta Lateralis:
http://www.tartarugando.it/content/2...lateralis.html
Grilli:
http://www.tartarugando.it/content/2...ei-grilli.html
Come far bere il nostro camaleonte: fontana vs. gocciolatoio
Il camaleonte non beve da un contenitore in cui noi mettiamo dell’acqua, perché, un po’ come con gli insetti, non ne percepisce neanche il movimento. Evitate assolutamente l'uso di fontanelle, luogo in cui cadrebbero inevitabilmente le feci degli animali con conseguenti auto-infestazioni e aggeggi tipo produzione di nebbia che abbassano le temperature e con le vibrazioni potrebbero procurare danni all'animale. Indispensabile e' invece il gocciolatoio: una bottiglia di plastica con un deflussore per flebo ( si possono prendere in farmacia a pochi euro ). Si pratica un foro sul tappo della bottiglia e si inserisce la punta del deflussore, si riempie la bottiglia di acqua, la si mette a testa in giù e si apre il flusso con la rotellina in maniera che le gocce cadano su una foglia facilmente raggiungibile dall'animale. Ecco il nostro abbeveratoio per camaleonti esente da batteri e di veloce pulizia.
Fra annaffiature, nebulizzazioni e gocciolatoio l’acqua può cadere sul pavimento, pertanto il fondo del camaleontario sarà in rete con sotto un vassoio o una vaschetta a scorrimento che raccolga le gocce che cadono a terra.
Se proprio voleste evitare di nebulizzare manualmente comprate un nebulizzatore automatico come quelli che si usano nell'allevamento delle Dendrobates, ma è solo per una vostra pigrizia.
Integrazioni di calcio
Un rettile tenuto in un terrario/camaleontario non ha la possibilità di usufruire della luce e delle radiazioni del sole (quando vi e' possibile in estate mettetelo all'aperto in zone ombreggiate), per cui non può sviluppare autonomamente una vitamina che porti l’assimilazione del calcio. Tale vitamina è la D3. Non avendo la possibilità di produrla autonomamente, dovremo essere noi a fornirla tramite il cibo che forniamo al nostro camaleonte che dovrà ogni volta essere spolverato di calcio in polvere ( si può prendere anche in farmacia: calcio carbonato precipitato. Pochi euro al kilogrammo ). Nell’arco di una settimana, in cui diamo da mangiare sette volte, usiamo cinque volte il calcio in polvere e una o due volte il calcio in polvere con D3 ( si può prendere in fiera o nei negozi di animali che abbiano anche articoli per rettili, fate attenzione alla scadenza perchè la vit. D3 si degrada rapidamente ). Il non fornire calcio ai nostri rettili tenuti in un terrario/camaleontario può portare a patologie gravi che, a loro volta, possono portare alla morte dell’esemplare. Il non fornire calcio con D3 ( due volte a settimana ) porta alla non assimilazione del calcio che forniamo, d'altro canto attenzione a non esagerare con la D3 che in dosi eccessive diventa tossica e che NON va assolutamente somministrata se gli animali vengono tenuti all'aperto in quanto l'organismo provvederà alla sua produzione.
Accoppiamento e riproduzione
I camaleonti devono necessariamente esser allevati singolarmente essendo aggressivi verso esemplari della stessa specie. Un maschio è meglio che rimanga nello stesso camaleontario con una femmina solo il tempo dell’accoppiamento e che venga tolto subito dopo, per evitare che la ferisca. Una femmina di
calyptratus diventa riproduttiva intorno ai 7/8 mesi, ma è comunque meglio non farla accoppiare prima del raggiungimento dell’anno di età. Una femmina matura sessualmente può non essere recettiva: lo è quando ha delle macchie azzurro/blu sul collo e da quello possiamo capire che è il momento di inserire il maschio nel suo camaleontario. Dall’accoppiamento, la gestazione della femmina può durare fino a un mese. La deposizione può variare dalle 30/40 fino anche a 90 uova.
N.B.: quando la femmina è gravida ha bisogno di bere di più, per cui cerchiamo di fornire più acqua dal gocciolatoio e una maggiore integrazione ( calcio e vitamine ). In questo periodo, per favorire la deposizione, inseriamo nel camaleontario un contenitore profondo almeno 30cm e con un diametro di almeno 40cm riempito con della torba inumidita, così la femmina ha la possibilità di scavare e di deporre.
Incubazione delle uova
Una volta avvenuta la deposizione delle uova da parte della femmina, prendiamo delicatamente le uova dal luogo di deposizione, facendo attenzione a non capovolgerle perché faremmo morire l’embrione, e le riponiamo in un contenitore forellato ( vanno bene anche quelli per gli alimenti dove normalmente vengono venduti i grilli ) sul cui fondo mettiamo vermiculite e acqua in un rapporto di 1:1 in termine di peso ( cioè es. 100 gr vermiculite + 100 gr acqua ). Per le uova di
calyptratus non e' necessaria diapausa e possono essere incubate a 27°. I piccoli nasceranno dopo 150/180 giorni.
Cura dei piccoli
Per i piccoli è meglio allestire una vasca tipo Samla Ikea con qualche ramo sottilissimo e un pothos poggiato sul fondo. I piccoli possono rimanere nello stesso vascone non più di 2/3 mesi, dopo è bene che anche ognuno di loro abbia un camaleontario per sé. Quando nascono, i piccoli camaleonti non si nutrono subito e, quando inizieranno a nutrirsi, dovremo fornire piccoli insetti ( rispettiamo la regola dell’insetto grande quanto o più piccolo della testa del camaleonte ). Una buona alimentazione può essere costituita da mini grilli e drosofile, poiché grilli, tarme o, comunque, prede troppo grandi possono causare rigurgiti o portare a un’occlusione intestinale, che possono essere anche mortali per esemplari baby. La nebulizzazione con esemplari baby è meglio che sia più frequente di quella che effettuiamo con esemplari adulti.
Legislazione
Tutti i camaleonti sono inseriti in Appendice II della Convenzione di Washington: hanno bisogno del documento CITES se di importazione e del documento di cessione se sono esemplari nati all’interno dell’UE.
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Un grazie di cuore a tutte quelle persone che mi hanno supportato, ma sopratutto sopportato, come
Mokimax,
Maura72,
Turtlej,
Kurtino,
Drakul,
Scorpedine,
Tornosubito92 e
Andrea D.
Un particolare ringraziamento per aver contribuito alla realizzazione di questa scheda a
Marconyse,
Doriana,
Rughis,
Fbolzicco.
Ugo
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