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  • Costruzione di un laghetto per tartarughe

    Premessa:
    In questa scheda cercheremo di analizzare gli aspetti basilari da tenere in considerazione quando si vuole costruire un laghetto esterno per le nostre tartarughe. Essendo una guida generica, i parametri del set-up devono essere adattati specificamente alla specie da allevare, consultando le schede di allevamento che si possono trovare in home-page.
    Scelta della tipologia di laghetto:
    Come prima cosa dobbiamo scegliere il tipo di laghetto che è più utile alla nostra causa, semplificando un po’ la casistica possiamo dividerli in 2 categorie:
    - Laghetto preformato: è più facile da eseguire in quanto la vasca in materiale plastico è più agevole da posizionare ma è anche più limitante in quanto dobbiamo per forza attingere da una gamma di laghetti presenti in commercio che però potrebbero non essere del tutto adatti al nostro ambiente.
    - Laghetto con telo in PVC: è più impegnativo da creare ma possiamo adattarlo perfettamente al nostro ambiente decidendone sia la forma che la portata.


    Scelta del luogo e delle dimensioni del laghetto:
    La scelta delle dimensioni e della profondità del laghetto varia molto a seconda di che specie vogliamo allevare e la quantità di individui che dovrà ospitare. Un altro punto da tenere in considerazione è se vogliamo far fare il letargo alle nostre tartarughe nel laghetto o invece optiamo per un letargo controllato: nel primo caso la profondità minima del laghetto dovrà essere almeno di un metro (1,5 metri sarebbe ancora meglio), nel secondo caso possiamo limitare la profondità del bacino anche a 60-80 cm (misura solitamente raggiungibile con le vasche preformate). Per fare un esempio, per l’allevamento di 3 esemplari di Trachemys, è consigliabile un laghetto di almeno 2 metri quadrati profondo 1,5 metri, con 30 cm di substrato nel fondale. Se vogliamo creare invece un piccolo stagno che si mantenga in equilibrio biologico, la superficie minima consigliata è di almeno 10 m2.
    La profondità del laghetto è fondamentale per far fare il letargo, la densità massima dell’acqua è infatti a 4°C, ciò vuol dire che in inverno quando la superficie si ghiaccia per via delle temperature rigide, sul fondo avremo una temperatura che si aggirerà sui 4°C, e quindi perfetta allo scopo. Inoltre in estate quando la superficie dell’acqua dello stagno sarà riscaldata dai raggi solari, l’acqua nel fondo rimarrà più fresca e quindi più ossigenata creando un ambiente migliore sia per le tartarughe sia per i pesci che volendo potremmo inserire.
    Il pezzo di terreno che ospiterà le nostre tartarughe dovrà assolutamente essere esposto al sole per buona parte della giornata, se è esposto a sud e viene illuminato fin dalle prime ore del giardino è ancora meglio, in modo da poter permettere agli esemplari di fare basking. Il laghetto va esposto anch’esso ai raggi solari, ma se una parte di esso è in ombra, questo potrebbe permettere all’acqua di non scaldarsi eccessivamente durante le ore più calde della giornata e si potrebbe evitare l’eccessivo proliferare delle alghe. Sconsigliamo però di progettare la costruzione del laghetto vicino a grandi alberi, sia perché le radici lo potrebbero danneggiare, sia per facilitare la pulizia che potrebbe essere complicata per via delle foglie che in autunno andrebbero a ricoprirne la superficie del fondale. È importante comunque dotare anche la parte “terrestre” con piante e cespugli in maniera da fornire più rifugi e ripari possibili.

    Scavo e posizionamento del laghetto
    Una volta scelta la tipologia di laghetto che fa al caso nostro si può procedere tracciando sul terreno la sagoma scelta; a questo punto si può iniziare a scavare facendo attenzione a procedere dall’ interno verso l’esterno in modo da conservare integri i bordi. Se dobbiamo installare una vasca rigida il buco dovrà essere più largo di circa 15 cm rispetto al perimetro della vasca. Una volta ultimato lo scavo è importante controllare accuratamente che su tutta la superficie (sia sul fondo che sui lati) non sia presente materiale tagliente o appuntito, come cocci, sassi e radici, che possano danneggiare il telo. Una volta fatto ciò controlliamo che il fondo sia a livello e lo ricopriamo con 5-10 cm di sabbia fine.

    Nel caso avessimo scelto il laghetto preformato si procede posizionando la vasca controllando anche in questo caso che sia a livello e aggiungiamo sabbia all’esterno, nei bordi, mettendone 20-30 cm; a questo punto cominciamo a riempire la vasca con acqua (circa per metà) e aspettiamo qualche giorno che si adatti. Una volta assestata continuiamo a riempire la vasca con acqua, non tutta in una volta ma meglio procedere per gradi, aggiungendo di volta in volta un po di sabbia esternamente ai lati. Una volta che la vasca sarà riempita del tutto e adattata al terreno possiamo procedere a riempirne il fondo con uno strato di terra mista a sabbia dello spessore di almeno 15-20 cm.
    Nell’ipotesi invece che avessimo scelto l’altra opzione, stendiamo il telo sulla sabbia, facendo molta attenzione sia a non bucarlo accidentalmente durante questa operazione sia a stenderlo in maniera più omogenea possibile, evitando il formarsi di pieghe che potrebbero provocarne un’usura precoce. Per determinare la lunghezza del telo necessaria possiamo usare questa formula: lunghezza telo = lunghezza laghetto + 2 volte la profondità + 60 cm ( i 60 cm sono calcolati per il bordo, che poi andremo a modellare una volta conclusi i lavori).
    A Questo punto si stende il telo anche sui lati fissando il perimetro con sassi (attenzione a prenderli il più rotondeggianti possibili in modo da limitare la possibilità di forarlo). Una volta fissato il telo possiamo procedere al riempimento del fondo con sabbia e successivamente con l’acqua; passati 10-15 giorni da quest’ultima operazione si procederà a tagliare il telo in eccesso lasciandone però 20-25 cm lungo il perimetro che ricopriremo con materiale ornamentale come ad esempio pietra lavica, ghiaia o tronchi.



    Sistema di filtraggio dell’acqua
    Per mantenere pulita l’acqua all’interno del laghetto, sapendo quando sporcano le nostre beneamate tartarughe, è di fondamentale importanza dotarsi di un buon apparato filtrante. Solitamente per i laghetti esterni si utilizza una pompa, da installare sul fondale, collegata ad un filtro a pressione situato sulla terraferma. Come per quanto riguarda gli acquari indoor è consigliato scegliere un filtro di portata maggiore rispetto al volume di acqua da trattare, almeno doppia. È importante che il filtro contenga un apparato per il trattamento dell’acqua di tipo meccanico (solitamente effettuato da una serie di cestelli e di spugne a maglie differenti) sia biologico (costituito da spugne con porosità apposita per favorire l’ insediamento di colonie batteriche benefiche per la degradazione dei nitriti). In commercio esistono svariate soluzioni che possono essere adatte al nostro scopo, alcuni filtri inoltre sono dotati di un sistema utilizzante lampade uvc che permetto di diminuire l’insorgenza e il proliferare delle alghe. Per creare un effetto estetico gradevole possiamo collegare l’uscita dell’acqua dal filtro ad una cascata, in questo modo possiamo aumentare anche il grado di ossigenazione dell’acqua. La soluzione più comoda solitamente è quella di creare una piccola collinetta con la terra rimasta dallo scavo, nella quale inseriremo il tubo che collegherà il filtro all’imbocco della cascata. La cascata può essere creata utilizzando il telo rimasto dalla fabbricazione del laghetto, o più semplicemente possiamo ricorrere a quelle preformate che sono esteticamente gradevoli e di facile applicazione.


    La cosa più importante è quella di controllare che la pressione in uscita dal filtro sia sufficiente per la risalita dell’acqua fino in cima alla collinetta, quindi ricordiamoci di fare questa prova prima di ultimare il lavoro, in modo da non doverci ritrovare a dover rifare tutto da capo (come è stato nel mio caso L ). Solitamente quando il filtro comincia ad essere parzialmente “pieno” il flusso in uscita rallenta, può essere utile quindi dividere il flusso in 2 utilizzando un deviatore dotato di 2 rubinetti: un’uscita la collegheremo alla cascata mentre la seconda la utilizzeremo per far circolare l’acqua all’interno del laghetto. Quando il flusso calerà non dovremmo fare altro che chiudere parzialmente il rubinetto del tubo che entra nello stagno, ripristinando quindi il flusso adeguato nella cascata (questo accorgimento ci eviterà di dover pulire il filtro troppo spesso).

    Maturazione del filtro e inserimento degli esemplari:
    Una volta proceduto a installare il sistema filtrante è consigliato aspettare almeno un mese prima di inserire gli esemplari nel laghetto. In questo periodo di tempo l’apparato filtrante avrà il tempo di “maturare” ovvero si avrà l’insediamento delle colonie batteriche nella parte biologica del filtro. Dopo un periodo di rodaggio dove ci siamo assicurati che tutto funzioni a dovere, ad esempio non notiamo perdite, buchi nella rete di recinzione ecc.., possiamo finalmente alloggiare le nostre beniamine nel loro nuovo habitat.