In questa scheda cercheremo di analizzare gli aspetti basilari da tenere in considerazione quando si vuole costruire una “dimora” indoor per le nostre amate tartarughe. Essendo quindi una guida generica i parametri del set-up devono essere adattati specificamente alla specie da allevare, consultando le schede di allevamento che si possono trovare in home-page. Ci teniamo a sottolineare inoltre il fatto che la maggior parte delle specie allevabili possono essere stabulate in terrario solo per un certo periodo dell’anno, mentre in primavera-estate è necessario predisporre un adeguato spazio all’esterno dove collocarle.
Scelta della tipologia di terrario e dei materiali utilizzabili
Come prima cosa dobbiamo scegliere il tipo di terrario che è più utile alla nostra causa, semplificando un po la casistica possiamo dividerli in 2 categorie:
- Terrario chiuso su tutti i lati: è un box con il lato apribile solitamente in vetro ed è utile soprattutto per l’allevamento di specie che necessitano di elevate percentuali di umidità poiché risulta più semplice controllare quest’ultima
- Terrario aperto: si tratta di una enorme scatola senza coperchio, utile nell’allevamento di specie che soffrono i ristagni d’aria
I materiali con cui possiamo costruire il terrario possono andare dal legno, semplice da reperire e da lavorare, al materiale plastico come il PVC fino ad arrivare alla progettazione di locazioni in muratura. Un'importante categoria di terrari chiusi è data dai terrari in vetro che risultano essere molto adatti all’allevamento di cuccioli delle specie acquatiche e palustri e che richiedono percentuali di umidità molto elevate per una corretta stabulazione.
Soffermandoci sul classico terrario in legno il più indicato risulta essere il compensato marino per la sua resistenza all’umidità ed anche per il costo contenuto. Si possono comunque utilizzare tutti i tipi di legna ma è fondamentale che non contengano residui resinosi (come l’abete e le altre conifere) e che non abbiano subito trattamenti chimici perchè potrebbero causare problemi alla salute delle tartarughe.
Una soluzione alternativa e più economica rispetto al compensato marino riguarda l'utilizzo dei pannelli in multistrato ad uso edile (di colore giallo di 50x200/250 cm) che risultano essere molto resistenti, già impregnati e totalmente atossici.
Se il legno non è trattato è opportuno proteggerlo con più mani di un impregnante, la sostanza da usare deve essere rigorosamente all’acqua e atossica. Per coibentare e proteggere meglio il terrario le pareti interne possono essere rivestite con un foglio di polistirolo e ricoperte con un secondo foglio in PVC.
La parete apribile è consigliabile farla in vetro, che deve essere spesso almeno 5 mm, opportunamente molato e temprato in maniera da limitare i pericoli in caso di incidente. Si può utilizzare anche plexiglass ma nel corso del tempo quest’ultimo tende a imbrunirsi e a segnarsi mentre il vetro rimane sempre perfetto. Per l’apertura delle ante la soluzione più semplice è quella di farle scorrevoli su delle guide che si possono comprare nei più comuni centri di bricolage al costo di pochi euro.
Riscaldamento e areazione
Nella progettazione di un terrario per rettili è importante tenere sempre a mente che per la sopravvivenza di questi animali bisogna creare un gradiente di temperatura necessario alla loro omeostasi. Dobbiamo quindi ottenere una zona “calda” con temperature elevate sotto il punto di basking, e una zona “fredda” (le temperature ottimali vanno settate in base alla specie da allevare). La zona basking viene solitamente alimentata con una comune lampada spot da ferramenta (della potenza desiderata) collegata ad un timer ed accesa per circa 8-10 ore al giorno. A fianco allo spot è possibile inserire una lampada in ceramica, che emette solo calore e non luce, e che viene solitamente associata ad un termostato in modo da ottenere le temperature desiderate anche quando lo spot è spento. Esistono anche lampade a emissione di luce rossa che vengono vendute come “lampade notturne” ma che molti allevatori esperti non consigliano in quanto potrebbero essere causa di stress per gli animali.
Le lampade riscaldanti si posizionano solitamente verso i 2/3 della lunghezza del terrario e possiamo giocare sulla distanza tra le lampade e il substrato per ottenere la temperatura ottimale nel punto di basking.
Il costo per l’occorrente è di circa 2-3 euro per lo spot, 25-30 euro per la lampada in ceramica (che ha longevità però molto elevata) e 20 euro circa per un semplice termostato meccanico; è importante sottolineare che i portalampada devono essere in ceramica perché le alte temperature che queste lampade raggiungono potrebbero fondere quelli fabbricati in materiali plastico. Per rendere l’impianto elettrico esteticamente più “leggero” e anche più pratico segnaliamo le nuove ciabatte programmabili via usb: queste multi prese permettono di regolare l’orario di accensione delle varie spine tramite software racchiudendo in un unico strumento le prese e i timer.
Per ottenere una buona ventilazione del terrario ed evitare ristagni d’aria che sono molto pericolosi soprattutto per alcune specie è opportuno applicare dei fori di areazione nei 2 lati corti del terrario: da un lato verranno effettuati alla base, appena sopra il livello del substrato mentre dal lato opposto verranno fatti in alto. La grandezza e la quantità dei fori dipendono ovviamente dalle caratteristiche del terrario, ad esempio per un terrario di 2m X 1m possono essere sufficienti 5 fori da 3 cm di diametro per ogni lato. Per evitare che fastidiosi insetti possano usufruire dei fori per colonizzare l’ambiente è opportuno chiuderli con della zanzariera, un metodo efficace e semplice è quello di costruire una cornice con listelli di legno su cui applicare la grata.
Illuminazione e fonti di raggi UVB
Come è noto le tartarughe hanno bisogno di raggi UVB per assimilare il calcio che assumono dalla dieta. Per un giusto apporto di queste radiazioni nel terrario possiamo affidarci a varie tipologie di lampade:
- Lampade compatte
- Lampade ai vapori di mercurio
- Lampade HQI
- Neon
- Lampade Ultra-Vitalux
Le lampade compatte ed i neon emettono solo luce mentre la quantità di calore emessa è molto ridotta, si possono trovare con radiazioni UVB comprese in un range che va dal 2 al 10% e per essere efficaci vanno posizionate a non più di 20 cm dal carapace delle tartarughe. Il costo di questi prodotti è abbastanza contenuto (15-20 euro) ma è bene tenere in considerazione che vanno sostituiti spesso (ogni 6 mesi/1 anno in base all’uso) perché tendono a perdere in efficienza. Per i neon si possono utilizzare i comuni porta-neon che si trovano nei magazzini di bricolage (costo 25-30 euro), è importante però utilizzare degli appositi riflettori che aumentano la quantità di luce che raggiunge il suolo; possiamo anche fabbricarceli con il fai-da-te semplicemente riciclando un tubo di cartone della carta scottex, tagliandolo in 2 parti e ricoprendolo con un adesivo riflettente.
Per quanto riguarda le lampade ai vapori di mercurio e a quelle di ultima generazione HQI possiamo affermare che sono fonti di UVB molto maggiori a quelle
delle lampade compatte e in più producono una elevata quantità di calore. Le lampade con wattaggi superiori ai 100 w possono essere montate come una comune lampadina (ovviamente su portalampada in ceramica) mentre quelle a più basso wattaggio (i più comuni sono 35W, 50W e 75W) necessitano di un
apposito accenditore che viene venduto separatamente. Il costo di queste lampade è abbastanza elevato (da 40 ai 50 euro per la lampada più 50-60 euro per l’accenditore) ma se pensiamo che possono sostituire in molti casi la lampada spot si ha un risparmio sui costi di energia elettrica.
Un discorso a parte sono invece le lampade Ultra-Vitalux: la composizione delle radiazioni di queste lampade è simile alla miscela di radiazione della luce solare naturale alpina. La miscela delle radiazioni è stata dimostrata avere un effetto positivo sulla pelle e sul'organismo dei rettili, ma solitamente vengono utilizzate solo per 30 minuti al giorno altrimenti potrebbero causare danni alle tartarughe, in particolare agli occhi.
Rifugi e accessori
Per creare un comodo rifugio per le nostre tartarughe il metodo più semplice e più economico e quello di utilizzare un vaso di terracotta tagliato a metà; questa soluzione è ottimale in quanto la terracotta è in grado di trattenere l’umidità, è facile da pulire e non marcisce. I rifugi possono comunque anche essere creati in legno o in materiale plastico, l’importante è che non siano costruiti con materiali trasparenti o facilmente marcescenti.
Per quanto riguarda l’acqua possiamo utilizzare un sottovaso in plastica oppure delle vere e proprie vaschette che è importante però non siano troppo profonde per evitare spiacevoli inconvenienti. Per le specie deserticole la vasca dell’acqua viene solitamente introdotta in terrario solamente una volta a settimana per evitare che l’umidità aumenti in maniera eccessiva. Se al contrario si vuole aumentare la percentuale di umidità un semplice trucco è quello di posizionare l’acqua al di sotto della lampada in ceramica che provvederà a farla evaporare.
Per specie che necessitano di zone umide come ad esempio le tartarughe palustri o quelle provenienti dalla foresta pluviale è necessario nebulizzare il terrario e il substrato più volte al giorno con acqua tiepida; se questo non bastasse ad ottenere il risultato voluto ci si può affidare ad umidificatori ad ugello controllati da appositi timer digitali che permettono di nebulizzare ad intervalli di alcuni secondi (costo per l’intera attrezzatura di 100-130 euro).
La Pulizia del Terrario
Per tenere igienizzato il terrario è opportuno effettuare giornalmente le operazioni di scarto dei residui di cibo e delle feci che porterebbero la formazioni di odori sgradevoli e attirerebbero insetti se lasciati all’interno. Il substrato va cambiato periodicamente in maniera parziale, il tempo e la percentuale dipende molto da quanti animali sono alloggiati nel terrario. Una volta ogni 2-3 mesi è importante fare una pulizia generale che riguarda il cambio completo del substrato e l’igienizzazione delle pareti interne. Per facilitare questa operazione è consigliabile porre una vasca di plastica (o un foglio di pvc) estraibile sul fondo del terrario in modo da poterla togliere e lavare. Le pareti e gli oggetti possono essere trattati con candeggina inodore diluita al 10% oppure con Amuchina, prodotti che non rilasciano residui e sono attivi contro i batteri, protozoi, funghi e uova di parassiti. In alternativa, se il materiale con cui è stato fabbricato il terrario lo permette, si può effettuare anche una sterilizzazione con vapore usando il vaporetto o strumenti simili.