Sommario:
1. PATOLOGIE DELLA CUTE E DELLA CORAZZA
1.1 Lesioni traumatiche della cute
1.2 Lesioni traumatiche della corazza
1.3 Ritenzione degli scuti (disecdisi)
1.4 Infezioni cutanee (dermatiti)
1.5 Infezioni fungine della cute/corazza (micosi)
1.6 Infezioni batteriche della corazza
1.7 Microlesioni da alghe
2. PATOLOGIE OCULARI
2.1 Congiuntivite
2.2 Ipovitaminosi A
3. PATOLOGIE DELL'APPARATO DIGERENTE
3.1 Malformazioni del becco
3.2 Stomatite
3.3 Gastroenterite
3.4 Costipazione
4. PATOLOGIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO
4.1 Rinite
4.2 Polmonite
4.3 Infezione da Herpes Virus
4.4 Micoplasmosi
5. PARASSITOSI CUTANEE
5.1 Infestazione da larve di mosca (miasi)
5.2 Infestazione da zecche
6. PARASSITOSI INTESTINALI
7. PATOLOGIE DELL'APPARATO UDITIVO
7.1 Ascesso auricolare
8. PATOLOGIE DELL'APPARATO GENITALE
8.1 Prolasso del pene
8.2 Distocia
8.3 cloacite
9. PATOLOGIE DELL'APPARATO URINARIO
9.1 Insufficienza renale
9.2 Calcolosi vescicale
10. PATOLOGIE METABOLICHE
10.1 Malattia Ossea Metabolica (M.O.M.)
10.2 Gotta
10.3 Steatosi epatica
10.4 Sindrome da crescita piramidale (piramidalizzazione)
1. PATOLOGIE DELLA CUTE E DELLA CORAZZA
1.1 Lesioni traumatiche della cute
Abrasioni, escoriazioni, ferite etc. dei tessuti molli non protetti dalla corazza. Le zone piu’ frequentemente interessate sono rappresentate dagli arti e della zona retronucale.
Cause:
Le cause più frequenti sono rappresentate da aggressioni da parte di altre tartarughe o predatori, tentativi di evasione, lesioni da freddo postletargo, scontri con oggetti di arredamento non idonei etc.
Sintomatologia:
Le lesioni cutanee posso essere di varia gravità, dalla semplice abrasione fino all’esposizione di muscoli ed apparato scheletrico. Condizioni aggravanti possono essere la presenza di corpi estranei nella ferita e la deposizione di larve di mosca (vedi MIASI).
Primo soccorso:
- Posizionare la tartaruga in ambiente asciutto e pulito lontano da possibile esposizione ad insetti.
- Ripulire la ferita con acqua tiepida o soluzione fisiologica e medicare con soluzione non alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluita al 10% o clorexidina.
- Coprire la ferita con garze preferibilmente sterili per evitare infezioni secondarie.
- NON tentare di rimuovere eventuali corpi estranei
IN CASO DI PRESENZA DI CORPI ESTRANEI, LARVE DI INSETTI O LESIONI CHE PRESENTINO ESPOSIZIONE DI MUSCOLI O TESSUTO OSSEO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
1.2 Lesioni traumatiche della corazza
Abrasioni, fratture, perdita di sostanza di carapace e/piastrone con o senza esposizione del tessuto osseo sottostante la corazza. Tali lesioni sono piu’ frequenti nelle tartarughe terrestri allevate in spazi esterni o in terrazzi non adeguatamente recintati. Nelle tartarughe acquatiche possono presentarsi in seguito a tentativi di evasione da acquari e acquaterrari.
Cause:
Le cause piu’ frequenti sono schiacciamenti (cancelli, auto etc), cadute dall’alto, aggressioni di predatori, morsi di cani, lesioni da monta o corteggiamento e traumi diretti da falciatrici, tagliaerba etc.
Sintomatologia:
Tali lesioni possono avere diversa gravità. Nei casi piu’ gravi possono essere associate a lesioni degli organi interni (lacerazioni epatiche, emorragie polmonari etc) e complicate da infezioni secondarie.
Primo soccorso:
- Posizionare la tartaruga in ambiente asciutto, pulito (senza substrato) e riscaldato.
- Detergere i margini della lesione o frattura con acqua tiepida o soluzione fisiologica, NON utilizzare antisettici che potrebbero penetrare all’interno della corazza con rischio di lesione agli organi interni.
- Fasciare la lesione con garze sterili per prevenire sovrainfezioni ed arginare eventuali emorragie.
IN CASO DI FRATTURE E PERDITE DI SOSTANZA E’ NECESSARIO CONTATTARE IMMEDIATAMENTE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
1.3 Ritenzione degli scuti (disecdisi)
Tale patologia riguarda piu’ frequentemente gli scuti del carapace ed è caratterizzata da un difficoltoso ricambio degli stessi durante la muta. Ne sono colpite quasi esclusivamente le tartarughe acquatiche.
Cause:
Condizioni di allevamento non adeguate con scarsa esposizione dell’esemplare a lampade riscaldanti ed UVB. o ai raggi solari diretti.
Sintomatologia:
Il sintomo principale è la presenza di strati di scuti parzialmente ancorati alla corazza con il possibile accumularsi di sporcizia ed alghe fra i vari stati. In condizioni tali è favorita la proliferazione batterica e/o fungina con rischio di infezioni secondarie della corazza.
Primo Soccorso:
- Esposizione a lampade riscaldanti ed UVB o raggi solari diretti.
- Lavaggi di tutta la tartaruga con soluzione saponosa allo iodio-povidone (betadine) e successivo accurato risciacquo.
- NON strofinare la carozza e NON tentare di staccare gli scuti ritenuti.
SE GLI SCUTI NON SI DISTACCANO SPONTANEAMENTE CON I PRECEDENTI ACCORGIMENTI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale.
1.4 Infezioni cutanee (dermatiti)
Lesioni della cute in cui si è instaurata un’infezione batterica. Puo’ colpire sia le tartarughe acquatiche che le terrestri.
Cause:
La maggior parte delle infezioni cutanee è dovuta ad infezione secondaria ad una pregressa lesione traumatica. Altre cause possono essere: condizioni inadeguate di allevamento (errata: temperatura, umidità, valori di PH etc. di terrari e/o acquaterrari), scarsa igiene del substrato o dell’acqua, sovraffollamento.
Sintomatologia:
Il sintomo principale è la dermatite che si presenta come una patina di colore grigio che tende ad espandersi progressivamente a tutta l’epidermide. Nei casi piu’ gravi puo’ essere presente necrosi dell’area interessata con distacco della cute e delle unghie ed esposizione dei tessuti profondi.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari presenti
- Posizionarla in ambiente asettico e asciutto. Nel caso la tartaruga sia acquatica posizionarla in un contenitore con poca acqua pulitissima da sostituire frequentemente e zona emersa facilmente raggiungibile.
-Esposizione a luce solare diretta o lampada riscaldante ed UVB.
-Medicare due volte al giorno la zona lesa con soluzione non alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluito al 10% o clorexidina, lasciar asciugare per circa 1 ora e risciacquare.
NEL CASO DI LESIONI MOLTO ESTESE O PRESENZA DI AREE NECROTICHE E’ NECESSARIA LA SOMMINISTRAZIONE DI ANTIBIOTICI PER VIA SISTEMICA. CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimetazione.
1.5 Infezioni fungine della cute/corazza (micosi)
Infezione di cute e/o corazza da parte di agenti patogeni fungini. Possono essere colpite sia le tartarughe acquatiche che le terrestri.
Cause:
Nelle tartarughe acquatiche la causa principale sono le condizioni igieniche precarie e l’assenza di una zona emersa riscaldata. Nelle tartarughe terrestri la patologia si manifesta nei soggetti allevati in condizioni di elevata umidità e con scarsa esposizione ai raggi solari o nell’immediato periodo postletargo. L’insorgenza è favorita da condizioni di stress o traumi che diminuiscono la risposta immunitaria dell’animale.
Sintomatologia:
Tartarughe acquatiche: presenza di macchie grigiastre opache su carapace, piastrone e cute.
Tartarughe terrestri: presenza di aree di alterata pigmentazione di carapace, piastrone e cute. A livello degli scuti è presente ispessimento, friabilità e possibile desquamazione degli stessi.
Oltre alle lesioni puo’ essere presente apatia ed anoressia.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari presenti.
- Posizionarla in luogo asciutto e pulito. In caso di tartaruga acquatica cambiare frequentemente l’acqua utilizzando acqua decantata e leggermente salata (5 gr per litro)
- Esposizione a raggi solari diretti o lampade riscaldandi ed UVB.
- Medicare due volte al giorno la zona lesa con soluzione non alcolica di iodio-povi-
done diluito al 10% o clorexidina, lasciar asciugare per circa 1 ora e risciacquare.
NEL CASO DI LESIONI MOLTO ESTESE E’ NECESSARIA LA SOMMINISTRAZIONE DI ANTIMICOTICI PER VIA SISTEMICA.
CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
1.6 Infezioni batteriche della corazza
Lesioni del carapace e/o piastrone complicate da infezione di origine batterica. Tale patologia è piu’ frequente nelle tartarughe acquatiche, ma possono essere colpite anche le tartarughe terrestri.
Cause:
Nella maggior parte dei casi si tratta di lesioni traumatiche, anche superficiali, in cui si instaura un infezione batterica. Condizioni igieniche scadenti, sovraffollamento ed alimentazione inadeguata (i gamberetti essiccati possono veicolare gli agenti eziologici responsabili dell’infezione) favorisco lo sviluppo e la replicazione dei germi patogeni. Nei casi piu’ gravi o non trattati l’infezione puo’ progredire fino a causare setticemia (SCUD) e portare a morte l’esemplare affetto. Tale patologia è altamente contagiosa e puo’ trasmettersi facilmente ad altri esemplari.
Sintomatologia:
Il sintomo iniziale è la comparsa di aree di alterata pigmentazione degli scuti che tendono ad espandersi e ad approfondirsi fino ad evolvere in lesioni ulcerate con produzione di liquido o materiale purulento maleodorante. Al di sotto delle lesioni puo’ essere presente soffusione emorragica. Tali lesioni possono approfondirsi fino al tessuto osseo sottostante (osteomielite) o espandersi alla cute causando necrosi dei tessuti, ascessi cutanei e perdita delle unghie. A tale sintomatologia si associa spesso astenia ed anoressia.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari presenti.
- Posizionarla in luogo asciutto e pulito, senza substrato. In caso di tartarughe acquatiche reidratare l’animale mediante frequenti bagni (ogni 3-4 ore).
- In caso lesione superficiale o ulcerazione singola, medicare la zona lesa piu’ volte al gg con soluzione non alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluito al 10% o clorexidina, lasciar asciugare per circa 1 ora e risciacquare.
- In caso di lesioni multiple eseguire lavaggi disinfettanti di tutta la tartaruga piu’ volte al gg, lasciar asciugare e risciacquare.
IN TUTTI I CASI E’ NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
1.7 Microlesioni da alghe
Lesioni microscopiche di carapace e/o piastrone causate da infestazione di alghe. Tale condizione colpisce esclusivamente le tartarughe acquatiche.
Cause:
Inadeguati parametri di mantenimento dell’acqua di acquari e acquaterrari.
Sintomatologia:
Patina di materiale verdastro che ricopre, spesso interamente, la corazza di tartarughe d’acqua. Tale patina è costituita da protozoi, diatomee ed alghe di cui le ultime possono essere causa di microlesioni su cui puo’ instaurasi un infezione secondaria da agenti patogeni batterici e/fungini..
Primo soccorso:
- Assicurare all’esemplare una zona emersa asciutta e riscaldata facilmente raggiungibile.
- Rimuovere delicatamente la patina spazzolando la corazza con sapone disinfettante a base di iodio-povidone (Betadine) o clorexidina.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
2. PATOLOGIE OCULARI
2.1 Congiuntivite
Infiammazione della congiuntiva di uno o piu’ frequentemente entrambi gli occhi. Tale patologia è piu’ frequente nelle tartarughe terrestri. Puo’ essere complicata dall’instaurarsi di infezioni batteriche.
Cause:
La causa piu’ frequente è l’utilizzo di substrati sabbiosi o polverosi non idonei all’allevamento.
Sintomatologia:
L’infiammazione si presenta inizialmente con arrossamento della congiuntiva e successiva possibile formazione di patina biancastra ad uno o entrambi gli occhi con conseguente cecità temporanea dell’esemplare. Se bilaterale si associa frequentemente ad apatia ed anoressia.
Primo soccorso:
- Posizionare la tartaruga in ambiente asciutto e pulito senza substrato
- Lavaggi ripetuti giornalieri con infuso di tè o camomilla o acqua debolmente salata (5 gr per litro)
Tecnica del biscotto: Prendere la tartaruga come fosse un biscotto ed immergerla ripetutamente per non piu’ di 2 secondi alla volta nell’infuso precedentemente descritto.
SE IL SINTOMO PERSISTE CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI PER LA SOMMINISTRAZIONE DI COLLIRI O POMATE ANTIBIOTICHE.
2.2 Ipovitaminosi A
Patologia dovuta a carenza cronica di vitamina A. Tale patologia colpisce quasi esclusivamente le tartarughe acquatiche e si manifesta dopo i 6 mesi di vita, cioè una volta esaurite le riserve epatiche di vitamina A di cui dispongono le tartarughe neonate. E’ una patologia multiorgano il cui sintomo piu’ frequente è la cheratongiuntivite. E’ bene ricordare, però, che gli organi affetti in realtà sono molteplici (fegato, apparato respiratorio, apparato urogenitale ed apparato uditivo)e se non trattata adeguatamente puo’ portare a morte l’esemplare in pochi mesi.
Cause:
La causa principale è un’alimentazione scorretta (tipica la somministrazione esclusiva di gamberetti essiccati) che comporta un insufficiente apporto di vitamina A con concomitanti condizioni igieniche scadenti e temperature di allevamento inadeguate alla specie.
Sintomatologia:
Il sintomo principale è una grave infiammazione della congiuntiva di entrambi gli occhi con evidente gonfiore che si accompagna spesso alla formazione di una membrana opaca biancastra o all’accumulo di materiale bianco friabile all’interno delle palpebre (cheratocongiuntivite). Tale infiammazione porta a temporanea cecità dell’animale con conseguente apatia ed anoressia. Possono essere presenti, inoltre, difficoltà respiratoria, ispessimento della cute e del becco ed occasionalmente ascessi auricolari.
Primo soccorso:
- Lavaggi ripetuti giornalieri con infuso di tè o camomilla o acqua debolmente salata (5 gr per litro)
Tecnica del biscotto: Prendere la tartaruga come fosse un biscotto ed immergerla ripetutamente per non piu’ di 2 secondi alla volta nell’infuso precedentemente descritto.
- Somministrare cibo ad alto contenuto di vitamina A (fegato di pollo o coniglio,
carote)
IN CASO IN CUI LA TARTARUGA NON SI ALIMENTI SPONTANEAMENTE O SIANO PRESENTI PIU’ SINTOMI CONTEMPORANEAMENTE E’ NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
3. PATOLOGIE DELL’APPARATO DIGERENTE
3.1 Malformazioni del becco (ranfoteca)
Le alterazioni del becco corneo possono essere congenite o acquisite. Fra le malformazioni congenite le piu’ frequenti sono la sporgenza della mascella o della mandibola (brachignatismo). Fra le acquisite maggior frequenza ha il quadro del cosiddetto “becco a pappagallo”, caratterizzato da eccessiva crescita della ranfoteca superiore. Condizioni di alterazione della crescita del becco possono osservarsi anche in soggetti affetti da malattie metaboliche (MOM) o in caso di ipovitaminosi A.
Cause:
- malformazioni congenite: inadeguata temperatura di incubazione.
- alterazioni acquisite: somministrazione di alimenti morbidi e poco abrasivi o patologie metaboliche concomitanti.
Sintomatologia:
L’eccessiva sporgenza del becco sia superiore che inferiore puo’ essere causa di scarsa alimentazione, per difficoltà nella prensione del cibo, con conseguente deficit nutrizionale e, nei casi piu’ gravi, puo’ causare comparsa di fissurazioni ad elevato rischio infettivo.
Primo soccorso:
- somministrare alimenti abrasivi (osso di seppia, erbe coriacee).
- NON tentare di accorciare autonomamente il becco con oggetti taglienti inadeguati
NEI CASI PIU’ GRAVI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
3.2 Stomatite
Infiammazione della cavità orale dovuta ad infezione della mucosa da parte di diversi agenti patogeni (batteri, virus, funghi). Tale infiammazione puo’ estendersi anche a faringe ed esofago ed essere associata a rinite e congiuntivite. E’ piu’ frequente nelle tartarughe terrestri, soprattutto al risveglio dal letargo od in seguito a condizioni di stress che favoriscono l’immunodepressione dell’esemplare. Tale patologia è molto contagiosa e se non adeguatamente curata puo’ portare a morte in breve periodo.
Cause:
I fattori che favoriscono l’infezione sono rappresentati da errori alimentari, condizioni inadeguate di allevamento, gravi parassitosi e particolari condizioni di stress con conseguente immunosoppressione.
Sintomatologia:
Comparsa di arrossamenti, ulcere e coste su tutta la mucosa orale compresa la lingua e le gengive. E’ presente, inoltre, salivazione eccessiva, rigurgito, sbadigli frequenti, respirazione a bocca aperta ed anoressia.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari
- Posizionarla in ambiente asciutto, pulito ed esporla a lampade riscaldanti ed UVB.
IN TUTTI I CASI E’ NECESSARIO CONTATTARE URGENTEMENTE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
3.3 Gastroenterite
Patologia del tratto gastrointestinale dovuta ad infezione batterica o piu’ raramente virale o fungina. L’agente patogeno piu’ frequentemente interessato è la Salmonella ma possono essere riscontrate infezioni anche da parte di altri patogeni quali Shighelle, Vibrio, Proteus, Yersinie. Tali microrganismi albergano comunemente nel tratto gastroenterico delle tartarughe ma condizioni di particolare immunosoppressione possono favorire l’eccessiva proliferazione dei batteri con invasione della parete intestinale. E’ una malattia ad elevata contagiosità
Cause:
Tutte le condizioni che favoriscono uno stato di immunosoppressione dell’animale possono essere ritenute concause dell’infezione. Fra queste: temperatura ambientale non sufficiente, errori dietetici, situazioni di stress prolungato etc.
Sintomatologia:
La sintomatologia è piuttosto aspecifica e comprende: vomito, diarrea, astenia ed anoressia. Nel casi di infezione da Salmonellosi è tipica diarrea con produzione di feci molli contenenti materiale non digerito. Nel caso di tartarughe acquatiche puo’ essere presente difficoltà al galleggiamento.
Primo Soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari. In dubbio di salmonellosi lavarsi accuratamente le mani ogni volta che si maneggia l’esemplare.
- Aumentare la temperatura ambientale e/ quella dell’acqua in caso di tartarughe acquatiche.
- Assicurarsi che l’esemplare sia ben idratato. A tale scopo sono utili bagni giornalieri in acqua tiepida.
E’ SEMPRE NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI PER L’IDENTIFICAZIONE DELL’AGENTE PATOGENO E RELATIVA TERAPIA MIRATA.
3.4 Costipazione
Difficoltosa e rallentata espulsione delle feci che nei casi piu’ gravi puo’ arrivare al blocco intestinale. Con il passare del tempo il cibo che ristagna nel tratto digerente si disidrata formando una massa dura che blocca del tutto il transito intestinale. Tale processo favorisce la formazione di gas intestinali e la replicazione batterica con elevato rischio di infezioni secondarie e conseguente necrosi della parete intestinale.
Cause:
Le cause piu’ frequenti sono: ingestione di corpi estranei (tipici i sassolini di piccola granulometria spesso utilizzati come fondale di acquaterrari), disidratazione, carenza di fibre e calcio nella dieta, temperatura ambientale inadeguata, alimentazione in prossimità del letargo, calcolosi cloacale, infestazioni parassitarie.
Sintomatologia:
Il sintomo principe è la mancata produzione delle feci o la produzione di feci irregolari a cui si possono associare apatia e anoressia. Nelle tartarughe d’acqua puoi essere presente difficoltà a nuotare con galleggiamento della porzione posteriore della corazza. Nei casi di ostruzione completa si possono osservare: rigurgito di cibo non digerito, diarrea emorragica, prolasso della cloaca e/o del pene, paralisi degli arti posteriori.
Primo soccorso:
- Aumentare la temperatura ambiente
- Somministrare cibi ricchi di fibre e calcio
- Reidratazione con bagni tiepidi giornalieri
IN CASO DI PERSISTENZA DELLA SINTOMATOLOGIA O SINTOMI DI OSTRUZIONE COMPLETA CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono sicura concausa.
4. PATOLOGIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO
4.1 Rinite
Infezione delle vie aere superiori causata da agenti eziologici di diversa natura (virus, batteri, miceti) favoriti da uno stato di immunodepressione dell’esemplare. E’ una patologia contagiosa per esemplari che convivono e se sottovalutata e non trattata puo’ evolvere il polmonite.
Cause:
Condizioni non idonee di allevamento (temperatura e/o umidità inadeguate, malnutrizione, sbalzi termici improvvisi, presenza di temperatura dell’acqua maggiore di quella dell’aria inalata nelle tartarughe acquatiche) e introduzione di soggetti nuovi portatori di agenti patogeni favoriscono l’instaurarsi dell’infezione.
Sintomatologia:
Nei casi piu’ lievi sono presenti solo sintomi aspecifici (astenia, anoressia) accompagnati da scolo nasale sieroso e respirazione a bocca aperta. Nei casi piu’ gravi lo scolo nasale è di tipo mucopurulento e possono essere presenti erosioni delle narici, congiuntivite e stomatite.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari
- Aumentare la temperatura ambiente e la temperatura dell’acqua in caso di esemplari acquatici
IN CASO DI PERSISTENZA DELLA SINTOMATOLOGIA O AGGRAVAMENTO DEI SINTOMI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono sicura concausa.
4.2 Polmonite
Infezione delle vie aeree inferiori. Rappresenta spesso l’evoluzione di una pregressa rinite sottovalutata e non adeguatamente trattata, ma puo’ anche essere condizione d’esordio in caso di presenza di agenti patogeni particolarmente aggressivi o soggetti immunocompromessi. E’ una patologia molto contagiosa e puo’ portare a morte l’esemplare in poco tempo.
Cause:
Le concause possono considerarsi sovrapponibili a quelle della rinite.
Sintomatologia:
In caso di polmonite le condizione generali dell’animale appaiono molto scadenti (depressione, assoluto rifiuto del cibo, dimagrimento), oltre a scolo nasale di tipo mucopurulento l’esemplare solitamente presenta respirazione difficoltosa e rumorosa, movimenti a scatti del collo e della testa e cianosi o pallore delle mucose. Nelle tartarughe acquatiche vi è la tendenza a rimanere fuori dall’acqua ed irregolarità del galleggiamento.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari
- Aumentare la temperatura ambiente e la temperatura dell’acqua in caso di esemplari acquatici.
- Sostenere l’idratazione tramite bagni tiepidi ponendo molta attenzione ad evitare in ogni caso sbalzi di temperatura ambiente.
E’ SEMPRE NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI PER L’IDENTIFICAZIONE DELL’AGENTE PATOGENO E RELATIVA TERAPIA MIRATA.
4.3 Infezione da Herpes Virus (ChHV)
Patologia infettiva sistemica causata dall’agente patogeno Herpes virus. E’ una patologia altamente infettiva che puo’ colpire sia le tartarughe terrestri che quelle acquatiche. Il virus si trasmette per contagio diretto da esemplari affetti o portatori, ma sembra esista anche passibilità di trasmissione verticale (madre-uova). La malattia presenta tipici periodi di latenza e riacutizzazione e la durata del tempo di incubazione puo’ durare anche diversi mesi.
Cause:
L’introduzione di nuovi soggetti in allevamento (possibili portatori) e condizioni di stress ambientale (sovraffollamento, trasposrto per lunghi tragitti, cambio di ambiente) sono ritenute concause dell’ infezione virale. Particolarmente a rischio risultano soggetti debilitati, convalescenti o comunque immunodepressi.
Sintomatologia:
I segni clinici sono svariati e possono avere diversa gravità. Il soggetto affetto puo’ presentare: scolo nasale sieroso o mucoso, stomatite con accumulo di materiale necrotico (croste) su mucosa orale, lingua, palato e faringe, accompagnati da difficoltà respiratorie (respirazione a bocca aperta ed estensione di collo ed arti) edema del collo e congiuntivite. Possono contemporaneamente presentarsi ulcerazioni e placche di forma ovalare o rotonda su cute o corazza. Le condizioni generali sono molto scadenti con depressione, anoressia, dimagrimento e disidratazione. In alcuni casi sono stati osservati anche sintomi neurologici (atassia).
Primo soccorso:
- Isolare immediatamente il soggetto da eventuali altri esemplari
- Posizionare in ambiente asciutto e riscaldato
- Disinfezione ambientale con ipoclorito di sodio al 3%
E’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI PRIMA POSSIBILE.
Attenzione: I soggetti che sopravvivono alla malattia rimangono per sempre portatori del virus, devono essere tenuti isolati per il resto della loro vita e non devono essere in nessun caso reintrodotti in natura.
4.4 Micoplasmosi
Infezione sistemica causata dall’agente eziologico Mycoplasma spp. descritta agli inizi degli anni 90 nel sud-ovest degli Stati Uniti nelle tartarughe del genere Gopherus. Attualmente sembra che tale agente infettivo sia responsabile di epidemie di URTD (Upper Respiratory Tract Disease) anche nel genere Testudo.
Come nel caso dell’infezione da ChHV il contagio avviene principalmente per via diretta da esemplari affetti o portatori e la contagiosità risulta essere molto elevato soprattutto in caso di sovraffollamento. La caratteristica principale di tale patologia è, purtroppo, l’elevato tasso di mortalità, essendo di difficile individuazione e soprattutto di difficile trattamento. Il periodo d’incubazione è molto variabile e le riacutizzazione possono ripresentarsi anche a distanza di anni se il soggetto sopravvive.
Cause:
Anche in questo caso l’introduzione incontrollata di nuovi soggetti in allevamento (possibili portatori) è la principale causa di contagio. Le suddette condizioni di stress ambientale (sovraffollamento, trasporto per lunghi tragitti, cambio di ambiente etc.) contribuiscono notevolmente alla diffusione incondizionata dell’infezione. Il rischio massimo di contagio e di esito letale della patologia si ha, anche in questo caso, per soggetti debilitati, convalescenti o comunque immunodepressi.
Sintomatologia:
I principali sintomi coinvolgono l’apparato respiratorio ed oculare. I soggetti colpiti presentano inizialmente rinite (copioso scolo nasale, starnuti, respirazione a bocca aperta) e congiuntivite mono o bilaterale che tendono a cronicizzate causando erosioni della mucosa nasale e della congiuntiva. Le vie aeree superiori vengono velocemente invase dalle cellule infiammatorie causando un sovvertimento della loro normale struttura con conseguente perdita di funzioni fondamentali quali l’olfatto. In queste condizioni possono, inoltre, facilmente subentrare infezioni secondarie con notevole aggravamento del quadro clinico. L’infezione può in questo stadio cronicizzare portando ad esito infausto (decesso) nei casi in cui il soggetto non sia più in grado di alimentarsi.
Tale sintomatologia può ripresentarsi a scadenza e gravità variabile (riacutizzazioni) anche nei soggetti in cui viene messa in atto una terapia adeguata con iniziale risoluzione del quadro clinico.
Come risulta evidente, la sintomatologia di questa gravissima patologia è del tutto aspecifica e l’unico modo per porre diagnosi certa è ricorrere a specifici esami di laboratorio.
Primo soccorso:
- Isolare immediatamente il soggetto da eventuali altri esemplari
- Posizionare in ambiente asciutto e riscaldato
- Disinfezione ambientale con ipoclorito di sodio al 3%
Attenzione: I soggetti che sopravvivono alla malattia rimangono per sempre portatori del mycoplasma, devono essere tenuti isolati per il resto della loro vita e non devono essere in nessun caso reintrodotti in natura.
5. PARASSITOSI CUTANEE
5.1 Infestazione da larve di mosca (miasi)
Rappresenta una comune complicanza di ferite cutanee e/o di carapace e piastrone. E’ piu’ frequente nelle tartarughe terrestri soprattutto durante i mesi estivi. Se non trattata puo’ portare a morte l’esemplare.
Cause:
Deposizione di uova di mosca con conseguente formazione di larve.
Sintomatologia:
Le larve sono generalmente ben evidenti in caso di ferite lacere, in presenza, invece, di piccole ferite possono essere presenti anche in gran numero nel sottocute e non essere visibili ad un esame superficiale. L’esemplare puo’ presentare, inoltre, sintomi generici di malessere quali astenia, anoressia e difficoltà di movimento.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari
- Posizionare in ambiente asciutto e pulito
- In caso di larve SUPERFICIALI è possibile rimuoverle con una pinzetta
- Eseguire lavaggio della ferita con l’aiuto di una siringa (senza ago) con soluzione NON alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluito al 10%
- NON somministrare alcun tipo di antiparassitario per cani o gatti
IN CASO DI PRESENZA DI LARVE IN FERITE PROFONDE O NELLA CLOACA NON TENTARE DI RIMUOVERLE AUTONOMAMENTE MA CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
5.2 Infestazione da zecche
Parassitosi molto comune nelle tartarughe terrestri allevate all’esterno. Possono causare infezione cutanea ed essere veicolo di agenti patogeni sistemici. Se numerose possono essere causa di anemia.
Sintomatologia:
Tali parassiti si localizzano piu’ facilmente alla base degli arti e/o alla giunzione fra cute e carapace/piastrone.
Primo soccorso:
- in caso la zecca sia ben visibile facile da raggiungere è possibile rimuoverla con una pinzetta (AFFERRANDOLA NEL PUNTO D’INFISSIONE)
- disinfettare il punto d’infissione con soluzione NON alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluita al 10%
- in caso di infestazione in tartarughe allevate in terrario è necessario disinfestare accuratamente anch’esso.
IN CASO DI INFESTAZIONI NOTEVOLI O DI PRESENZA DI UN PARASSITA IN REGIONI POCO RAGGIUNGIBILI O FERITE INFETTE E’ NECESSARIO CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
6. PARASSITOSI INTESTINALI
I più comuni parassiti del tratto gastrointestinale delle tartarughe sono: cestodi, elminti (ossiuri e ascaridi), coccidi e protozoi. La presenza di parassiti intestinali è molto frequente, soprattutto negli esemplari allevati all’esterno, e normalmente è ritenuta apatogena. Nel caso però carica parassitaria elevata o infestazione massiva possono insorgere sintomi disabilitanti e, nei casi piu’ gravi, blocco intestinale.
Sintomatologia:
Alcuni parassiti possono essere visibili nelle feci, come i cestodi (vermi lunghi e piatti) e gli ossiuri (vermi bianchi e cilindrici). Altri, ascaridi, coccidi etc. per essere diagnosticati devono essere visualizzati all’esame microscopico delle feci. Nei casi di carica parassitaria elevata possono, inoltre, insorgere sintomi quali: perdita di peso, anoressia, vomito, diarrea o costipazione.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga da eventuali altri esemplari
- Prelevare un campione di feci per esame microscopico
- NON somministrare alcun tipo di antiparassitario per cani o gatti
CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI
E’ consigliabile eseguire sempre un esame delle feci in caso di ingresso di un nuovo esemplare ed un controllo periodico ogni 1 o 2 anni di tutti gli esemplari in possesso anche in assenza di sintomi.
7. PATOLOGIE DELL’APPARATO UDITIVO
7.1 Ascesso auricolare
Infezione del canale uditivo con raccolta di materiale purulento al suo interno. Tale patologia è molto frequente nelle tartarughe acquatiche ma puo’ presentarsi anche nelle terrestri. Puo’ essere mono o bilaterale.
Cause:
Condizioni di allevamento inadeguate (temperatura insufficiente), condizioni igieniche scadenti (acqua sporca) ed alimentazione scorretta (carenza di vitamina A) con conseguente immunodepressione ed esposizione ad eventuali agenti patogeni.
Sintomatologia:
Tumefazione sottocutanea a livello della membrana timpanica mono o bilaterale. Tale tumefazione puo’ a volte ulcerarsi con fuoriuscita di materiale denso e biancastro (pus). Possono essere presenti difficoltà di movimento e/o difficoltà a ritirare la testa all’interno del carapace.
Primo soccorso:
- Posizionare la tartaruga in luogo asciutto e pulito. In caso di tartarughe acquatiche reidratare l’animale mediante frequenti bagni (ogni 3-4 ore).
TALE PATOLOGIA NECESSITA DI TRATTAMENTO CHIRURGICO, CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
8. PATOLOGIE DELL’APPARATO GENITALE
8.1 Prolasso del pene
Consiste nella fuoriuscita del pene dall’apertura cloacale senza che esso possa rientrare spontaneamente. Tale patologia puo’ presentarsi sia nelle tartarughe acquatiche che in quelle terrestri.
Cause:
Possono esserne causa: malattie metaboliche (MOM) o neurologiche, gravi costipazioni, presenza di corpi estranei intestinali, calcolosi intestinali o cloacali, traumatismi da accoppiamento. Molto spesso la causa rimane misconosciuta.
Sintomatologia:
L’organo sessuale maschile prolassato puo’ risultare difficilmente riconoscibile a causa di processi infiammatori e/o lesioni secondarie (morsi di altre tartarughe, traumi da arredo etc.) che complicano spesso la situazione iniziale. Se il pene non viene ricollocato nella sua sede anatomica puo’ andare incontro a necrosi ed infezioni secondarie.
Primo soccorso:
- posizionare la tartaruga in luogo asciutto e pulito
- IN CASO DI LESIONI EVIDENTI eseguire lavaggi antisettici con soluzione non alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluita al 10% o clorexidina.
- IN CASO DI EVIDENTE GONFIORE senza lesioni evidenti ricoprire l’organo con soluzione ipertonica (zucchero) che permetterà una riduzione di volume e l’eventuale riduzione spontanea del prolasso.
CONTATTARE IN OGNI CASO UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI CHE IDENTIFICHI LA CAUSA SCATENANTE DEL PROLASSO CHE ALTRIMENTI PUO’ RECIDIVARE.
8.2 Distocia
Difficoltà o incapacità di deporre le uova da parte di tartarughe sia acquatiche che terrestri.
Cause:
Le cause di tale condizione possono essere ostruttive o non ostruttive.
Ostruttive: anomalie di forma o dimensione delle uova, malformazioni scheletriche o della corazza, presenza di calcoli vescicali, ascessi o neolplasie, possono impedire il normale transito e la deposizione delle uova.
Non Ostruttive: condizioni di allevamento non adeguate (mancanza di quantità o idoneità del terreno, presenza di zona emersa rigida, sovraffollamento etc) e/o alimentazione scorretta con conseguenti stati carenziali (ipovitaminosi A, disidratazione etc.) possono indurre la femmina a trattenere le uova indefinitamente, con rischio di conseguente degenerazione e necrosi degli stessi (celomite da uovo) e rischio di morte per l’esemplare affetto.
Sintomatologia:
I sintomi possono essere vari e di varia gravità. Generalmente i soggetti appaiono irrequieti e tentano continuamente la fuga da recinti o acquaterrari ma possono anche presentare depressione ed anoressia. Raramente puo’ essere presente una tumefazione dura a livello della cloaca.
Primo soccorso:
- assicurare alla tartaruga un ambiente idoneo per poter deporre le uova.
- Assicurarsi che l’esemplare sia ben idratato e correttamente alimentato
IN CASO DI PERSISTENZA DELLA SINTOMATOLOGIA CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
8.3 Cloacite
Infiammazione della cloaca. Tale patologia colpisce quasi esclusivamente le femmine di tartarughe terrestri in seguito ad accoppiamenti ripetuti. Gli esemplari di TH presentano generalmente lesioni più gravi a causa dello sperone corneo presente nella coda dei maschi. Possono associarsi lesioni del carapace a livello degli scuti laterali e sopracaudali. Nei mesi estivi è molto frequente che tali lesioni vengano complicate da miasi e/o infezione batterica.
Cause:
La causa principale sono i ripetuti accoppiamenti a cui vengono sottoposti gli esemplari di sesso femminile allevati in condizioni di sovraffollamento (inadeguato rapporto maschi/femmine, minore di 1:5, spazi ristretti). Altre cause possono essere: infezioni intestinali o urinarie, calcolosi e parassitosi. In tali casi la cloacite puo’ colpire anche esemplari di sesso maschile.
Sintomatologia:
Infiammazione della cloaca con arrossamento e marcato edema (gonfiore). Possono essere presenti lesioni piu’ o meno profonde a livello della cloaca e/o dei tessuti pericloacali e, nei casi piu’ gravi, necrosi degli stessi.
Primo soccorso:
- Isolare la tartaruga dai maschi e posizionarla in ambiente asciutto e pulito
- Eseguire lavaggi antisettici con soluzione non alcolica di iodio-povidone (Betadine) diluita al 10% o clorexidina
- Asportare eventuali larve di mosca visibili (vedi Miasi)
IN CASO DI LESIONI PROFONDE O IN CASO IL QUADRO CLINICO INTERESSI SOGGETTI DI SESSO MASCHILE CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
9. PATOLOGIE DELL’APPARATO URINARIO
9.1 Insufficienza renale
Inadeguato funzionamento dei reni piu’ frequente nelle tartarughe terrestri prettamente erbivore. Tale patologia si presenta generalmente in forma cronica e se non trattata adeguatamente puo’ portare a morte l’esemplare affetto.
Cause:
La causa principale di tale patologia sono errate condizioni di allevamento che comprendono: alimentazione scorretta (eccesso di apporto di proteine con la dieta e/o somministrazione di proteine animali a specie erbivore), disidratazione cronica (carenza di acqua da bere e/o ambiente eccessivamente asciutto), inadeguata esposizione a raggi UVB, carente o eccessiva somministrazione di vitamine e minerali. Inoltre, sovraffollamento, temperature inadeguate e condizioni di stress in genere possono favorire stati di immunodepressione con possibile insorgenza di forme infettive.
Sintomatologia:
I sintomi sono spesso poco specifici e compaiono quando ormai l’esemplare è molto compromesso. I soggetti possono presentare esclusivamente astenia ed anoressia con conseguente dimagrimento e disidratazione ingravescente. Nei casi piu’ gravi puo’ insorgere un marcato edema generalizzato, piu’ evidente a livello del collo e delle fosse prefemorali, esoftalmo (sporgenza dei bulbi oculari) e trasudazione di liquido dalla corazza con distaccamento degli scuti.
Primo soccorso:
- Posizionare l’esemplare in ambiente con adeguata umidità ed esposizione a raggi UVB.
- Eseguire bagni in acqua tiepida 2 volte al giorno per la durata di 30 minuti per facilitare la reidratazione e la stimolare la diuresi.
- Somministrare cibi con adeguato rapporto Ca/Ph.
IN TUTTI I CASI CONTATTARE IMMEDIATAMENTE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
9.2 Calcolosi vescicale
Presenza di calcoli, generalmente formati da accumulo di urati di calcio o ammonio, in vescica. Puo’ colpire sia soggetti adulti sia cuccioli di pochi mesi di vita.
Cause:
La formazione di concrezioni di urati nella vescica è dovuta principalmente a disidratazione cronica (ambiente eccessivamente asciutto, carenza di acqua da bere) ed eccesivo apporto di proteine con la dieta.
Sintomatologia:
I sintomi possono essere di varia gravità e comprendono: costipazione, meteorismo, tenesmo (emissione ripetuta di poche gocce di urina, dovuta ad un continuo stimolo a urinare), paresi degli arti posteriori, astenia ed anoressia. In caso di calcoli di grosse dimensioni, questi possono essere palpati a livello delle fosse prefemorali inclinando la tartaruga sui due lati.
Primo soccorso:
- Eseguire bagni in acqua tiepida 2 volte al giorno per la durata di 30 minuti per facilitare la reidratazione e l’ espulsione o lo scioglimento di calcoli di piccole dimensioni.
- Posizionare l’esemplare in ambiente con adeguata umidità.
- Somministrare un adeguata alimentazione.
IN CASO DI PERSISTENZA DELLA SINTOMATOLOGIA CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori
ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta
10. PATOLOGIE METABOLICHE
10.1 Malattia Ossea Metabolica (M.O.M.)
Malattia metabolica molto frequente dovuta ad insufficiente apporto o assimilazione di calcio. I vari sintomi che la caratterizzano sono tutti ricollegabili a demineralizzazione ossea o mancata fissazione del calcio nel tessuto osseo. Gli esemplari in accrescimento sono colpiti piu’ gravemente ma, se non trattata, puo’ causare importanti problematiche anche nei soggetti adulti.
Cause:
Le cause piu’ frequente di tale patologia sono errori alimentari e condizioni di allevamento non adeguate. In particolare: carenza di calcio nella dieta, eccesso di fosforo negli alimenti, insufficiente esposizione a raggi UVB con conseguente deficit di sintesi di vitamina D3 e temperatura ambientale non adeguata. Piu’ raramente la MOM puo’ essere dovuta a concomitanti patologie a carico di reni, fegato e/o intestino con diminuito assorbimento di Ca o alla somministrazione di alimenti ricchi di ossalati (ad es. spinaci) che rendono il Ca alimentare non assimilabile.
Sintomatologia:
Esemplari in accrescimento: alterazioni di forma e consistenza della corazza (appiattimento, lordosi, marcata piramidalizzazione degli scuti centrali, innalzamento dei margini anteriore e posteriore del carapace, rammollimento di carapace e piastrone), deformità dello scheletro (arrotondamento del cranio, sporgenza della mascella, incurvamento delle ossa lunghe), difficoltà deambulatorie o natatorie, costipazioneo.
Esemplari adulti: rallentamento o blocco intestinale, distocia, demineralizzazione della corazza (visibile alle rx) fino al rammollimento nei casi piu’ gravi.
Primo soccorso:
- somministrare alimenti ricchi di Ca e con corretto rapporto Ca/Ph (minimo 2:1).
- esposizione adeguata a raggi UVB (luce solare diretta o lampade UVB)
- adeguare la temperatura ambiente alle esigenze della specie
IN TUTTI I CASI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
10.2 Gotta
Patologia metabolica cronica caratterizzata da depositi di acido urico a livello delle articolazioni e degli organi interni. Tali depositi si formano in seguito ad aumento dei livelli ematici di acido urico per iperproduzione o diminuita escrezione dello stesso. I depositi di acido urico causano la formazione permanente di granulomi a livello articolare e viscerale (tofi gottosi) che una volta comparsi possono essere rimossi solo chirurgicamente.
Cause:
Le cause principali sono: errata alimentazione (somministrazione di cibi ad alto contenuto proteico), disidratazione (aumento relativo della concentrazione matica di acido urico) e/o concomitanti patologie renali (deficit di escrezione). Raramente accessi gottosi possono essere dovuti alla somministrazione di alcune categorie di antibiotici (sulfamidici o amminoglucosidi).
Sintomatologia:
Il sintomo caratteristico è rappresentato da gonfiore ed arrossamento degli arti a livello articolare (tofi gottosi) con conseguente difficoltà alla deambulazione o al nuoto. Possono coesistere deposizioni di acido urico a livello della mucosa orale (puntini bianchi), marcata piramidalizzazione degli scuti, apatia ed anoressia.
Primo soccorso:
- Assicurarsi che l’esemplare sia ben idratato. A tale scopo sono utili bagni giornalieri in acqua tiepida.
- Somministrare alimenti a basso contenuto proteico
IN TUTTI I CASI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
10.3 Steatosi Epatica
Patologia metabolica caratterizzata da accumuli di lipidi nel fegato. Tale condizione è fisiologica in alcune fasi del ciclo vitale delle tartarughe (letargo, vitellogenesi) ad esclusione delle quali è da considerarsi patologica.
Cause:
Fra le cause principali vi è un errata alimentazione (somministrazione di latticini o cibo x cani o gatti) ma devono sempre essere escluse patologie epatiche concomitanti.
Sintomatologia:
La sintomatologia puo’ essere molto varia e comprende: escrezione di urati gialli o verdi, ittero, anoressia, astenia ed alterazioni del peso corporeo (aumento o diminuzione)
Primo soccorso:
- Assicurarsi che l’esemplare sia ben idratato. A tale scopo sono utili bagni giornalieri in acqua tiepida.
- Adeguare l’alimentazione alle necessità naturali della specie.
IN TUTTI I CASI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
Per evitare che la patologia si ripresenti è necessario correggere i fattori ambientali che ne sono la causa principale e somministrare una corretta alimentazione.
10.4 Sindrome da crescita piramidale (piramidalizzazione)
Sviluppo anomalo della corazza associato ad accrescimento corporeo eccessivo in rapporto all’età dell’esemplare. Tale anomalia si associa, nei casi piu’ gravi, a patologie degli organi interni (statosi epatica, gotta, calcolosi vescicole etc).
Cause:
Tale sindrome è presente esclusivamente in soggetti allevati in cattività ed è dovuta ad alimentazione inadeguata (cibi ad elevato contenuto proteico e/o con invertito rapporto Ca/Ph) e sovrabbondante, mancato svolgimento del periodo fisiologico di letargo, basso tasso di umidità ambientale e spazi ristretti con conseguente scarsità di movimento o nuoto degli esemplari.
Sintomatologia:
Presenza di scuti piu’ o meno in rilievo con perdita dell’uniformità del carapace che appare comunque ben calcificato. Tali deformità sono da considerarsi permanenti.
Primo soccorso:
- NON somministrare cibi a contenuto proteico in specie vegetariane
- somministrare alimenti con adeguato rapporto Ca/Ph
- assicurare spazi adeguati a dimensioni e numero degli esemplari
IN CASI DI DEFORMITA’ GRAVI O COMPARSA DI ALTRI SINTOMI CONTATTARE UN VETERINARIO ESPERTO IN RETTILI.
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Foto ed immagini tratte dal testo "Medicine and Surgery of Tortoise and Turtles"
S. McArthur, R. Wilkinson & J.Meyer, 2004.